venerdì 30 novembre 2007

Le uscite della scuola alla vasca Volano sono riprese...


ALLA VOLANO D’INVERNO
Classi seconda B e seconda C

Per la prima volta siamo stati alla Vasca volano d’inverno…sì inverno, perché per la natura è già inverno.
Qualcuno potrebbe pensare che in questa stagione non si possono fare osservazioni interessanti, inutile andarci; gli alberi sono spogli, alcuni animali sono migrati, altri sono in letargo, altri ancora sono morti, niente fiori, niente farfalle, niente canti…
Invece la stagione invernale offre, alla pari delle altre stagioni, molti spunti di studio e opportunità di approfondimento
Ce ne accorgiamo subito, il paesaggio è diverso rispetto alle altre volte, i campi sono stati da poco arati e i prati non sono più verdi; è il marrone il colore che predomina su tutto.
Come nei prati, anche nei campi arati non si entra, per rispetto del lavoro del contadino, per non rovinare il suo lavoro.

Arrivati quasi alla vasca le grida di alcuni bambini attirano l’attenzione di tutti: - un uccello morto Matteo!
Matteo, guanti alla mano, lo osserva, difficile individuare il predatore, l’uccello è ormai secco…dunque morto da alcuni giorni; poco più avanti altri resti …sempre di una cornacchia grigia.

Poggiato sull’acqua della vasca c’è invece un gabbiano.
Un gabbiano???
Qualcuno dice: - ma è come quello che vediamo al mare?
Certo!
Matteo chiede come mai quel gabbiano è venuto proprio alla Volano e poi racconta di aver già visto alla Volano molti gabbiani…il primo l’ha visto in agosto.
I gabbiani sono alla Vasca incuriositi dall’acqua, vengono in questo luogo per esplorarlo, qui possono bere e mangiare…poi magari si spostano e vanno via. Sono da noi in cerca di temperature più calde rispetto ai luoghi da cui arrivano…come le rondini vanno in Africa, loro vengono qui da noi.

Osserviamo il canneto, è secco. È secco come la prima volta che siamo venuti …a marzo.
Un facile conteggio ci dice che il canneto rimane secco almeno per 5 mesi. Si inverdisce all’arrivo della primavera. Ora di verde c’è solo una pianta, il giunco.

Come ogni volta, stivaletti ai piedi, entriamo nell’acqua con i bicchieri.
L’acqua non è particolarmente fredda, e nei bicchieri troviamo molte pulci d’acqua e diversi tipi di larve…le stesse che abbiamo trovato anche a marzo e che in seguito abbiamo trovato sempre meno.
Rimarranno anche quest’anno fino a marzo?

Dalla vasca ci spostiamo in un angolo speciale; dobbiamo camminare senza far rumore perché ci avviciniamo a un luogo frequentato sempre da molti uccelli. Matteo ci dice che qui ne ha visti di molte specie diverse.
C’è una siepe formata da alberi di diverso tipo, molti cespugli più bassi: sui rami tante bacche dai colori accesi, importanti per gli animali., sono il principale cibo dell’inverno.
Tutti zitti, aspettiamo il canto del pettirosso.
Matteo ce lo fa sentire con delle casse…lo ascoltiamo più volte per poterlo riconoscere.
È importante non fare rumore, non fare movimenti bruschi per non spaventare gli uccelli che di certo sono nascosti tra gli arbusti; se un uccello viene spaventato è costretto a scappare, vola via e consuma energia, se consuma energia poi ha bisogno di mangiare…per recuperare energia ..quindi noi lo costringiamo ad una fatica in più. Meglio lasciarlo tranquillo nel suo nascondiglio!
Questo angolo è speciale perché offre cibo, acqua e riparo.

Ci spostiamo verso un altro posto, una parte mai esplorata. Intanto facciamo una bella corsa, qualcuno è infreddolito…in effetti l’aria è piuttosto pungente, questa volta il sole non ci ha tenuto compagnia.

Raggiungiamo una specie di bosco…ma non è un bosco, gli alberi qui sono tutti uguali, a filari e sono stati piantati dall’uomo: è un vivaio.
Gli alberi spogli ci permettono di scoprire un nido, un nido di colombaccio.
Tra i filari ci sono erbe alte e cespugli, anche questi stracolmi di bacche, i frutti dell’inverno!
Al nostro arrivo si alzano in volo decine di uccellini, sono fringuelli, li abbiamo disturbati.
Proviamo a fare come loro, ci mettiamo tutti vicini vicini e accovacciati.
Così sentiamo meno freddo, anche per gli uccelli è lo stesso.
Per un altro motivo i fringuelli, ma non solo loro, stanno tutti insieme, uniti … perchè così si sentono più forti, più al sicuro; il predatore vedendoli in tanti potrebbe rinunciare ad attaccarli.
Intanto il nostro silenzio ci regala il canto del pettirosso.

Gli occhi attenti e curiosi dei bambini scoprono tra l’erba alta molte cartucce , purtroppo fonte evidente di inquinamento qualcuno più fortunato trova una bella galla gialla su una foglia di acero.
Le galle sono come dei “brufoli” delle foglie, provocati da alcuni insetti.

Ormai il pomeriggio volge al termine, passiamo davanti alla montagnetta di terra, la tentazione di arrampicarci e di scalarla come a giugno è forte, qualcuno ci tenta, ma il pullman probabilmente ci aspetta già… meglio andare.
Tutto è rinviato alla prossima volta, a marzo.

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