giovedì 5 marzo 2009

Febbraio 2009 - Alcune osservazioni e, al solito, qualche mistero

Il mese di febbraio mi ha visto, ahimé, lontano dalla Vasca. Per fortuna pensano Luigi D’Amato e Gaetano Nava a battere l’area.

Gaetano raccoglie un po’ di osservazioni, con foto annesse.
Il 7 febbraio si fan rivedere le anatre, la stagione degli spari non è terminata invano. Gaetano segnala un paio di moriglioni.

e 3 coppie di germani.

Non mancano i gabbiani, Gaetano ne ha contati una cinquantina, sempre il 7 febbraio. Presenze invernali, e canoniche.
L’albanella reale è ancora tra noi, eccola immortalata il 19 febbraio.

Dal solito Gaetano? Nossignori: questa volta il merito è di Luigi D’Amato. Gustiamoci la bella immagine di Luigi. Anche il lettore meno addentro alle segrete cose, per dirla con il sommo poeta, coglie in modo immediato il caratteristico modo di muoversi del pennuto. A differenza di altri rapaci, il volo occupa traiettorie a non grande distanza dal terreno, e poste sopra ad arbusteti, incolti, distese erbose…

E l’altro svernante di lusso, ovvero l’averla maggiore? I nostri appassionati lettori non temano: per tutto febbraio è stata in zona. E cantava, anche, la nostra, e di buona lena. Gaetano l’ha censita anche il 28 febbraio. Quel giorno insieme alle avvisaglie di primavera

Gaetano immortala anche, disemm, l’onda lunga dell’inverno: un bell’assembramento di fringuelli, intenti a pasturare.
Non passa mese senza che la Volano solletichi gli amanti del brivido e del mistero. Qui però nemmeno le menti più sopraffine del mondo dell’investigazione potrebbero. In attesa che nasca una Lisbeth Salander – o un Mikael Blomqvist, per stare in tema – delle scienze naturali, eccovi serviti.

Va bene tutto, ma chi diavolo ha portato questa folaga fino quasi al punto di accesso all’area, ovvero a distanza non indifferente dalla Vasca, ambiente naturale di questi animali? A scoprire il cadavere Luigi D'Amato, il 23 febbraio 2009.

E cosa dire del pesce?

Parrebbe vittima di una lontra. La cosa divertente è che anche questo malcapitato animale è stato trovato, sempre da Luigi D’Amato il 23 febbraio 2009, nella zona di accesso all’area, poco lontano, tanto per ingarbugliare ancora di più le cose, dalla folaga di cui sopra.

Più semplice è individuare il colpevole per la vittima i cui resti appaiono qui sotto.
Le penne del piccione sono nettamente spezzate, lavoro tipico di un mammifero carnivoro. Gli uccelli sono molto più delicati o, meglio, non hanno denti, quindi non possono rompere le penne.

Le penne di cui sopra sono state rinvenute sotto il traliccio che troneggia sul prato a nord della stradina di accesso all’area. Questa volta lo scopritore è Gaetano.

Qui sotto le tracce sono numerose.


Il luogo è spesso utilizzato da rapaci: il gheppio è stato visto in più di una occasione da queste parti.

Gaetano ha raccolto anche alcune interessanti borre. Ma questa è un’altra storia.

Il 22 febbraio 2009 trovo il terreno costellato da buchi di roditori. Sono tanti, e dappertutto. Mi viene un’idea per le attività coi bambini delle terze….














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