domenica 9 gennaio 2011

Gennaio 2011 – Presenze…

Ai confini della fantascienza, a metà tra universi paralleli e invasioni di ultracorpi. Se i riferimenti sono volutamente scontati, la lettura della relazione di Luiss Villa non manca di suscitare qualche brivido, pur mantenendo toni tecnici, come da protocollo.

La vicenda, ricorderete, rimonta a qualche tempo fa, il 27 novembre 2010, per la precisione, quando GaeNava fotografò strane gelatine sul melgasc.


(foto: Gaetano Nava, 27 nov 2010)

La luce era quella che era: l’immagine ne risente.
Le competenze del nostro in termini di fotografia sono indiscutibili e indiscusse; le conoscenze in campo micologico sono invece meno consolidate. Poco importa: alla bisogna, provvedono i due Luigi.
Circa un mese per un responso corrisponde a normali tempi tecnici, non essendo Luiss Villa superspecialista sul gruppo di funghi in oggetto.
Per togliere da subito qualsivoglia tensione, il Villa ci fornisce il responso all’inizio del suo scritto, riservando i momenti di brivido ai capoversi successivi. Lasciamo la parola al fungiatt:


(foto: Luigi Villa)

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Il fungo fotografato anche da Gae è stato da me classificato come Fusarium graminearum forma anamorfica, con riproduzione a conidi, corrispondente a Gibberella zeae, ascomicete nella fase a riproduzione sessuata; per i non micologi chiarisco che “l’individuo” è unico ma classificato in due modi distinti per la due fasi vitali che si presentano con un marcato dimorfismo fino a pochi decenni fa sconosciuto.
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L'immagine, scattata al microscopio da Luigi Villa, mostra i conidi del Fusarium graminearum.
In pratica, la creatura ha doppia identità, come da romanzi e lungometraggi del genere sopra citato. Le due identità corrispondono alle due fasi vitali, una caratterizzata da riproduzione attraverso spore (i conidi), l’altra dall’incontro tra due cellule sessuali. Luigi V. e Luigi D. mi correggano se sbaglio, le due fasi si alternano. A rendere il tutto roba da racconti di Dick, Asimov e compagnia si aggiunge il “marcato dimorfismo” descritto da Luigi V.; tradotto: le due forme sono tra loro ben diverse. Insomma: i funghi ne sanno una più del diavolo, ma i micologi ne sanno una più dei funghi.
Arrivare alla determinazione è stato avventuroso. Lasciamo ancora la parola a Luiss Villa:
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A questa classificazione sono arrivato dopo ampie peripezie. Ho preliminarmente interessato Cristiano Losi di Venezia, una dei massimi studiosi italiani di corticiacee, spedendogli una porzione di essiccata ottenendo il responso: fungo imperfetto, non di mia pertinenza. Sulla traccia di questa risposta ho iniziato a rimuginare le mie conoscenze del mondo delle “muffe” ricordandomi di 4 articoli della Rivista di Micologia (dal 1993 al 1996) che trattavano (in estrema sintesi visto che si tratta di oltre centomila specie!) l’argomento; primo risultato: genere Fusarium, causa di molte malattie in agricoltura; seconda tappa: consultazione dei miei libri delle malattie crittogamiche con studio dell’ecologia e delle azioni fitopatologiche.
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Qui andiamo oltre la fantascienza, pensando al fatto che il plico di Luigi V. sia arrivato – e in tempi ragionevoli – a destinazione. Esperienze (in)dirette di pacchi, e lavori, persi confermano il notorio adagio che rende la realtà superiore alla fantasia.
Non è finita. Ancora Luigi V.:
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Nelle mie prime osservazioni al microscopio biologico avevo rintracciato solo i conidi dell’anamorfo; nel tentativo di osservare anche picnidi, aschi e spore ho successivamente allargato il campo d’azione alla zona nera “polverosa” a stretto contatto con il perimetro del fungo fotografato, con il risultato che vi sintetizzo: niente aschi e spore della Gibberella zeae, in compenso ho incontrato un altro fungo filamentoso del genere Monilia (etimologia: da monile, per la conformazione ifale a collana di perle) con i macroconidi a “bomba ananas” di americana memoria.
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Qui sopra una foto di Luigi Villa: raffigura il campione di Monilia a 400 ingrandimenti.
Non mancano le chiose finali.
Ancora Luigi V.:
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Mi sono poi attaccato al web; una serie continua di giri mi hanno quasi ingarbugliato la classificazione (un sacco di sinonimie!), in compenso allargato le mie conoscenze del fungo in esame. Sempre della serie “per i curiosi” inoltro una brevissima sintesi dell’importanza (in senso negativo) del nostro miceto:

""Il Fusarium graminearum ha effetti economici importanti nell'agricoltura. Le perdite di produzione sono state valutate fino al 50% dei raccolti contaminati. Il danno negli Stati Uniti è stato valutato per più di $ 1 miliardo nel 1993 e di $ 500 milione nel 1994 (Gilchrist e Dubin, 2002.)
Oltre ai danni economici l’anamorfo procura danni agli animali che si cibano dei cereali contaminati ed all’uomo, una delle quali è la cheratite microbica,infezione della cornea causata da batteri, virus, funghi (genere Fusarium) e protozoi veicolati, probabilmente, dalla soluzione dell’americana Bausch&Lomb.
Il Fusarium è un fungo filamentoso ad elevata variabilità genotipica (8), ritrovabile nel suolo, nelle piante ed in ambienti umidi. Rappresenta la principale causa di cecità nei paesi in via di sviluppo. I primi sintomi di una cheratite da Fusarium sono: rossore, lacrimazione e dolore agli occhi, maggiore sensibilità alla luce, secrezione di pus, diminuzione della vista. Segni più specifici sono rappresentati da: infiltrati corneali e lesioni ulcerose della cornea. La cheratite da Fusarium è notoriamente difficile da trattare con gli agenti antimicotici sia topici che sistemici. Gran parte dei pazienti affetti da tale infezione deve subire un trapianto della cornea."""
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Il sito http://www.farmacovigilanza.org/cosmetovigilanza/news/0702-04.asp è la fonte del terzo capoverso. Per le altre due parti non sono riuscito a risalire alle fonti, chiedo a Luigi di darmi qualche riferimento.

Ci mette lo zampino anche Luigi D.
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...da Agraria. Org (per dovere di informazione) aggiungiamo questo:

"""Mal del piede. Per mal del piede si intende un quadro patologico che si manifesta sulla parte basale del culmo del frumento e sulle radici e che è provocato da diversi possibili agenti patogeni.I più noti sono:- Ophiobolus graminis, molto frequente in Italia nelle zone di coltivazione del frumento tenero e solo eccezionalmente in quelle del frumento duro;- Cercosporella herpotricoides i cui attacchi rendono fragile la paglia e quindi provocano allettamenti a tappeto; è molto frequente e temuta nelle zone cerealicole fresche e umide del centro-nord d’Europa, mentre in Italia si riscontra solo nelle annate eccezionalmente piovose;- Funghi del gen. Fusarium (F. nivale, F. culmorum, F. graminearum), sono i più importanti e diffusi agenti del mal del piede sia nell’Italia centro-settentrionale sul frumento tenero sia in quella meridionale sul frumento duro.Il sintomo più evidente è l’imbrunimento della parte basale dei culmi accompagnato da alterazioni delle radici. In conseguenza di ciò si ha arresto dello sviluppo dei culmi di accestimento, e quindi riduzione del numero di spighe a m2; se i culmi affetti arrivano a formare la spiga, si disseccano precocemente, sbiancandosi, e la spiga resta vuota di granelli o con granelli piccoli e striminziti.Il mal del piede viene favorito dai seguenti fattori predisponesti:- Ristagni d’acqua: infatti spesso si rileva con diversa intensità in punti diversi dallo stesso campo;- Semine troppo anticipate;- Cattivo stato nutrizionale: una buona concimazione azotata è un potente mezzo di prevenzione;- Un cereale come coltura precedente: il più importante effetto negativo del ringrano, ossia della monosuccessione di frumento, è l’intensificazione degli attacchi di mal del piede;- Presenza della paglia in superficie.Contro il mal del piede non esistono cure efficaci o varietà resistenti. Di conseguenza questa malattia si può prevenire solo con mezzi agronomici che riducono le cause predisponenti: interramento della paglia del cereale precedente; sistemazione dei terreni che assicuri un adeguato sgrondo delle acque; concimazione azotata abbondante; avvicendamento con colture diverse dai cereali; semine ritardate nei terreni a rischio."""
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Ricordando che questo è anche un blog di servizio, attento alla salute dei suoi lettori, riporto alcune conclusioni di Luigi V.:
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Dopo queste nefaste notizie le ultime osservazioni al microscopio le ho fatte con la mascherina per naso e bocca e le essiccate riposte in un sacchetto a tenuta: non si sa mai!
Arrivato a questo punto ho chiuso la ricerca! Gaetano, la prossima volta che trovi schifezze del genere sei pregato di …far finta di niente!!!!
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alla prossima
Matteo Barattieri

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