mercoledì 5 dicembre 2007

Volano sulle rotte delle GRU


25 novembre 2007
Uscita di censimento alla Volano, anzi “uscita ufficiale”: così io e Raffaella definiamo le escursioni per i censimenti.
Oggi sono da solo, ieri c'era anche Raffaella, ma abbiamo dovuto tenere le ottiche nello zaino e rientrare per colpa di una pioggia battente e incessante.
La mattinata procede senza particolari sussulti: nessuna annotazione di rilievo, solo il piacere di stare qui, alla Volano. Intorno alle 10.30 un grande volatile in lontananza, sui campi a sud del vivaio. “Il solito airone che frequenta la zona”, penso. Invece, nel giro di pochi secondi si materializza un animale dal fascino quasi mitologico. Una gru, una gru… Vola sopra la mia testa, le ali ampie e distese, il collo proteso. Passa sopra la Vasca ma si capisce subito (o almeno così spero) che non ha intenzione di fare un lungo tragitto. Superato lo specchio d’acqua perde quota e si posa. Mi sposto verso l’angolo NW della recinzione. Confesso che prima di incamminarmi ho guardato le guide di riconoscimento: non ci credevo. Una gru, una gru…. Le guide in questo caso funzionano da classici pizzicotti sulle braccia. No, non sto sognando, è proprio vero.
Eccola, posata sull’arato. Non è un adulto, ma un immaturo. Becchetta, anzi razzola, se si può usare questo vocabolo abbinato ad animale con più di un quarto di nobiltà. Faccio partire il cellulare. Avviso Raffaella, ahilei è lontana: mica può raggiungermi. Avviso Piero Bonvicini e gli dico di inviare alla lista del CROS (Centro Ricerche Ornitologiche Scanegatta)l’avviso: chi vuole venga qui. Chiamo l’Edoardo Viganò, grande fotografo di Villasanta. “T’al zè san son ‘dree vardà?” Un’averla maggiore, pensa Edoardo. Eh…. Appena gli comunico la notizia, si fionda ad Agrate. In oltre sessant’anni di vita non ha mai visto una gru. “…e la prima la vedi chì ad Agraa…”. Pare incredibile, tra capannoni, quattro ettari di coltivi, e strade a grande traffico.
La seguiamo per un po’, spostandoci secondo la bisogna. Tra le tante cose mi colpisce il becco, sporco di terra. Deve avere tanta fame, i lunghi spostamenti si fanno sentire.
L’Edoardo non ha l’attrezzatura per le foto. Purtroppo lui usa ancora l’analogico: se vuole immortalare un soggetto deve portarsi quanto più possibile vicino. Lo convinco a provare: ritorni pure a Villasanta per prendere l’occorrente, se il maestoso volatile rimane qui lo avviso.
Riprendo il censimento – eh, il dovere –, tenendo ogni tanto d’occhio l’ospite inatteso (e gradito). Verso mezzogiorno la nostra riparte, verso meridione, come vuole il periodo dell’anno. È la mia prima gru. E sono contento di averla vista alla Volano.
(testo di Matteo Barattieri)


Un bel colpo per l'amata Volano , per la precisione è la 71° specie osservata da fine aprile a oggi.
Un'osservazione certamente di grande valore, in Europa esiste una rete che raccoglie tutti i dati sui movimenti delle gru, referente italiano è Silvio Bassi di EBN Italia.

http://www.ebnitalia.it/ecwg.htm
http://www.kraniche.vogelfreund.net/


QUALCHE NOTIZIA
nome scientifico: Grus Grus
I gruidi sono uccelli molto caratteristici con zampe lunghe e collo lanciato, le cui dimensioni vanno dai 90 ai 150 cm di lunghezza per 5 chili circa di peso.In volo (lo stormo si sposta con la tipica formazione a V), le gru hanno testa e collo protesi in avanti, al contrario degli aironi (ardeidi) che volano con il collo incurvato a S, ed emettono il tipico verso strombettante "kru" o " kri-kru".
Le gru si presentano con un piumaggio grigio, la testa è bianca e nera con una macchia rossa sul vertice. Il lungo becco è circondato da un piumaggio nero che si allunga verso la gola, sulla nuca e sulla fronte; lateralmente agli occhi si prolunga una mascherina bianca. Le penne sopra la coda sono allungate e cascanti e terminano con un ciuffo dalle estremità più scure. I giovani si riconoscono per l'assenza di macchie scure sulla testa e per la coda meno "cespugliosa".
Habitat naturale: La gru, al di fuori del periodo riproduttivo, manifesta delle abitudini gregarie molto intense, costituendo dei gruppi numerosi e grazie ai continui richiami sonori tutti i componenti si mantengono in contatto. Trascorrono l'inverno in luoghi tradizionali dell'Europa meridionale e nel Nordafrica. La Gru nidifica su di un vasto areale che va dalla penisola scandinava alla Siberia orientale, ma in passato esistevano aree riproduttive anche nell’Europa centro-meridionale, come ad esempio il Delta del Po.
Alimentazione: Nei quartieri di svernamento le gru si cibano prevalentemente di vegetali come cereali, patate e ghiande. Nei luoghi di riproduzione, come distese paludose e acquitrini, si nutrono anche di insetti e pesciolini.
Riproduzione: Le coppie sono stabili nel tempo e fedeli ai territori di nidificazione. Il nido, una piattaforma di materiale vegetale, viene costruito sul terreno al margine di laghi o paludi, preferibilmente in aree alberate e indisturbate. Depone di solito due uova che verranno incubate sia dal maschio che dalla femmina. Entrambi i genitori, inoltre, partecipano allo svezzamento dei piccoli.


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