mercoledì 14 maggio 2008

ANCORA USCITA ALLA VOLANO

Le uscite alla vasca Volano danno ogni volta l’occasione di affrontare tematiche sempre diverse…talvolta anche non prettamente naturalistiche-scientifiche.
Oggi, ad esempio, l’iniziale caduta di un bambino sulla strada sterrata di accesso alla vasca, con conseguente sbucciatura di un ginocchio, ci ha dato la possibilità di parlare di “ferite”.
Mai toccare la ferita con le mani perché le mani potrebbero infettarla, per pulire il taglio è sufficiente dell’acqua versata in modo abbondante sulla sbucciatura, va benissimo quella della bottiglietta che abbiamo portato per bere.
Un lavaggio e un risciacquo dell’escoriazione fa si’ che le impurita’ escano insieme al flusso di sangue e non restino dei residui sul taglio.

Bene…sistemato il ginocchio “ferito” seguiamo il sentiero, diretti al sottopasso della strada provinciale 13, luogo dove non siamo mai stati.





La fortuna vuole che troviamo subito ciò che la scorsa uscita è stato oggetto della nostra ricerca, ma che allora non abbiamo trovato: una BORRA!!!






La borra è di una cornacchia, Matteo ci avverte che, a differenza di quelle dei rapaci, è molto fragile.
Per poterla osservare bene la mattiamo in un barattolo trasparente e ce la passiamo.
Possiamo vedere frammenti di insetti, in particolare frammenti dei lucenti coleotteri.
Matteo ci racconta che anche i gabbiani emettono borre, ma poichè la loro dieta è principalmente composta da pesci le borre sono formate da lische e risultano così molto, molto fragile, si rompono facilmente per cui è difficile trovarle.

Le borre, continua a spiegarci Matteo, sono diverse per ogni uccelli.
La loro forma, dimensione e consistenza dipendono dall’alimentazione dell’uccello che a sua volta dipende dall’ambiente in cui l’uccello si trova a vivere o ad alimentarsi.

Continuando sul nostro sentiero, occhi attenti trovano altre borre. Ora è più facile per noi individuarle perchè ne abbiamo vista una.
Matteo ci chiede come mai troviamo le borre delle cornacchie sul sentiero.

Dopo alcuni tentativi di spiegazione giungiamo a quella corretta: troviamo le borre delle cornacchie lungo il sentiero sterrato perché esse qui trovano il cibo, trovano formiche, scarabei… gli stessi insetti che soffermandoci un attimo troviamo noi trai sassi. Anzi le cornacchie ne trovano sicuramente di più avendo una vista migliore della nostra.

Sotto al sottopassaggio, troviamo alcune grosse pozzanghere…strano perché il resto del sentiero è completamente asciutto.
Come mai?
Alcuni sono pronti a rispondere.
Qui sono rimaste delle pozzanghere perché è un posto sempre in ombra, per la strada che passa sopra, e l’acqua non evapora. Qualcun altro aggiunge che lì il terreno è più basso rispetto il sentiero dunque l’acqua scivola giù e si raccoglie nelle pozzanghere.





Ecco che ora le pozzanghere diventano per noi luogo di indagine…




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Troviamo solo insetti morti, sono insetti che ci sono finiti per caso.
Matteo ci spiega che nell’acqua di quelle pozzanghere non c’è vita come nell’acqua della vasca, sono disabitate, questo perché la pozzanghera risulta essere un ambiente temporaneo…se per un po’ non piove la pozzanghera sparisce…con lei sparirebbero gli animali che vi vivono.
Matteo aggiunge che però alcuni insetti usano le pozzanghere per depositare le uova.

Proseguiamo ancora lungo il sentiero e i primi del gruppo trovano un animale morto, un uccello.
Matteo ci dice che è uno storno predato e ci fa notare una cosa molto interessante.
Alzando lo sguardo, sopra di noi, vediamo dei fili dei tralicci lì vicino, ecco perché lo storno è proprio lì sotto…spesso i rapaci utilizzano i fili come appoggio per consumare il loro pasto…in questo caso lo storno.

Il tempo alla vasca Volano passa sempre veloce, prima di andarcene vogliamo andare alla vasca a vedere se ci sono ancora dei piccoli come l’altra volta, ma prima dobbiamo fare una cosa importante: tutti gli insetti che abbiamo messo nei nostri bicchieri per poterli osservare da vicino e con calma dobbiamo liberarli di nuovo nel loro ambiente, questo è davvero fondamentale e non dobbiamo mai dimenticarlo.

Una sosta per bere all’ombra di un pioppo ci fa scoprire un’altra cosa.
Perché a volte le foglie delle piante sono così appiccicaticce?
Matteo ci spiega che si tratta della MELATA, una sostanza zuccherina che producono afidi (pidocchi delle piante) e cocciniglie. Sono entrambi insetti molto piccoli che si nutrono della linfa delle piante e spesso sono dannosi.
La melata qualcuno ricorda che è la stessa che il signor Mandelli dell’apicoltura ci ha detto che utilizzano le api per fare il miele.

Ci soffermiamo ancora un po’ alla vasca qualcuno osserva le borre al microscopio, qualcun altro assistere al sempre affascinante spettacolo delle corse sull’acqua delle gallinelle o delle folaghe.


Vediamo ancora alcuni piccoli, anche di gallinella.

domenica 11 maggio 2008

NON SOLO VOLATILI ALLA VASCA VOLANO

NON SOLO VOLATILI...
Rubando l’oggetto di una mail inviata dall’amico Gaetano eccomi a raccontare l’avventura di un sabato mattina alla Volano.
Ero ormai alla Vasca da alcune ore per il consueto censimento, lasciato il compagno Matteo Barattieri nel lato sud della Vasca, costeggio la recinzione per dirigermi verso la macchina poiché il mio tempo a disposizione è finito.
Cammino godendomi i raggi ormai caldi del sole delle dieci quando davanti a me, tra l’erba, vedo serpeggiare veloce qualcosa di scuro…di lungo e soprattutto di grosso.
Non nascondo lo spavento…una biscia è sempre una biscia.
Ero lì immobile che pensavo il da farsi: passo? torno indietro?...quando dall’erba alta ecco rismbucare il capo di quell’essere scuro!
Felice di non essermi allontanata capisco subito di cosa in realtà si tratta, non è una biscia grossa bensì il corteggiamento che precede l’accoppiamento di due biacchi.

La scena che ora seguo ipnotizzata è davvero singolare…per me la prima a cui assisto.
La fortuna sfacciata vuole che alzando la testa vedo Gaetano vicino al cancello della Volano…lo chiamo ed ecco che macchina fotografica già pronta al collo ci regala questi due scatti per me bellissimi.
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giovedì 1 maggio 2008

16 aprile 2008 Il Ragno Yashin e altre storie



Raffaella ci ha raccontato le avventure della 2°B e della 2°C alle prese con conteggi di anatre e con le tante piccole curiosità del vivaio.
Val la pena aggiungere qualcosa, giusto qualche nota da appassionato.

La Vasca il 16 aprile 2008 è piena di uccelli. I bambini sono colpiti dalle tante gallinelle e folaghe. Beata gioventù. Non sanno, i piccoli, che giusto un paio di giorni prima c’erano anche diverse anatre, mestoloni e marzaiole su tutti. Oggi i mestoloni sono spariti, li salutiamo e diamo loro appuntamento per il prossimo anno. Le marzaiole se ne sono andate, eccetto due esemplari; tra poco toccherà anche a loro proseguire il viaggio.

I bambini si divertono molto a usare il cannocchiale, che manovrano con curiosità. Al vivaio invece bisogna usare anche le mani, non solo gli occhi.

Tra i protagonisti dell’uscita ci sono i ragni; Raffaella vi ha già raccontato qualcosa. Troviamo un ragno con attaccato al corpo un sacchetto con le uova. Un bambino, inesperto e curioso nello stesso tempo stacca il prezioso contenitore: malnatt d’un bagaj! Cosa fare? Provo a mettere animale e sacchetto nel palmo della mano, chissà… Il ragno gira vicino al fagotto, senza reagire. Vi ritorna poco dopo. Succede l’incredibile: l’animale afferra l’oggetto con una presa che neanche Yashin (o Buffon, se volete, per i più giovani). Per prenderlo non usa le zampe (che servono per muoversi), ma particolari appendici, i palpi. È un’immagine che si fissa indelebile nella retina, un episodio che sorprende: sorprende e affascina vedere un comportamento che ha qualcosa che sembra andare oltre il semplice e meccanico istinto. Quanto succede poi è invece misterioso. Tenuto per un po’ nel contenitore, il ragno perde ancora il sacchetto. Non lo recupererà più, nonostante ci passi vicino. Riprovo il gioco di prima: niente da fare. Imperscrutabile mondo animale.

Il Ragno Yashin – curiosità: il grande portiere era tra l’altro soprannominato “Ragno Nero”, dal colore della divisa – non è l’unico aracnide presente. I bambini – oggi molto bravi e molto a loro agio nel mettere le mani nella terra e nell’erba – trovano anche un ragno granchio. Il nome non è molto scientifico ma si usa per indicare un gruppo di aracnidi che ha la capacità di muoversi come i granchi: si spostano infatti lateralmente, neanche fossero sulla rena di un litorale o sul fondo del mare. Purtroppo è difficile fotografarlo. Per la cronaca: la Famiglia che raggruppa questi particolari ragni è quella dei Thomisidae.

Bella come sempre la Volano. Un bravi ad alunni e maestre è più che meritato.