domenica 21 dicembre 2008

19 dicembre 2008 Bad Moon Rising ovvero: allocchi - seconda uscita

Serata, seconda uscita dedicata agli allocchi. Poche romanticherie, poca poesia, a dispetto del cielo stellato. Bad Moon Rising: con questo brano nelle orecchie raggiungo la Vasca.


"I see a bad moon rising
I see trouble on the way"


Lune cattive all'orizzonte? Mah...in effetti...dato il momento...


Piazzo la bici al solito posto; l'immagine inquadra parte dell'attrezzatura: zaino e cronometro nella fattispecie.

"Don't go 'round tonight
It's bound to take your life
There's a bad moon on the rise"


Un tempo avevo strumentazione più elegante e quasi professionale: casse e alimentatore, e annessi. Un maldestro utilizzo, qualche anno fa, ha devastato il tutto. Difficile trovare dei sostituti. Ho così ripiegato su un vecchio radiolone, magari poco ortodosso ma molto funzionale.
Le casse hanno una gittata, da prove sul campo, di circa 450-500 metri.


"I hear hurricanes a blowin'
I know the end is commin' soon"

Ripercorro l'itinerario della volta scorsa, anche oggi nessun risultato. L'allocco osservato un anno fa va quindi considerato caso isolato, come da copione: il nostro è, in ogni caso, animale da bosco.

La luna tarda ad arrivare. L'ultimo punto di stazione, a ridosso del Canale, a est di Cascina Fidelina Doppia, mette in agitazione le folaghe nella Vasca.
Percorro la recinzione. Chissà se si fa vedere il barbagianni...

Sono le 20.30 da poco passate quando lascio la Vasca. Presto, ma d'inverno è come fosse notte inoltrata.

Sistemo le masserizie e un'auto raggiunge l'ingresso dell'area. Un lui e una lei a bordo. Convegno o mercimonio amoroso? Divertente sentirli mantenere il motore acceso: non si fidano della mia presenza, pensa te...

"Don't go 'round tonight
It's bound to take your life
There's a bad moon on the rise"

Nel tornare pedalando, una voce, idioma slavo, mi fa voltare. Una ragazza piazzata a bordo strada per inequivocabili scopi parla al cellulare sorridendo con l'interlocutore/trice all'altro capo. Mi strappa un momento di tenerezza. Sorgeranno lune migliori per lei? Glielo auguro.

Il testo di Bad Moon Rising qui

qui il brano

lunedì 8 dicembre 2008

novembre - dicembre 2008: Ove si parla di neve, ghiaccio, brina e di numeri 109 e 110.

FOTO: Gaetano Nava, Luigi D'Amato, Matteo Barattieri

Il 29 novembre 2008 lo scenario cambia completamente. Generale Inverno? Più o meno. La neve ricopre tutto.


Ci troviamo via via tutti: oltre al sottoscritto, Gaetano Nava, Luigi "l'arch." Villa, Luigi D'Amato e Raffaella Sala. Per l'occasione si fa vivo anche Paolo Rovelli, praticamente precettato. Paolo è un ottimo botanico e il suo apporto oggi è particolarmente richiesto. All'ordine del giorno, oggi, poco lavoro di binocolo e cannocchiale: dobbiamo effettuare dei rilievi spediti che ci serviranno per far alcune valutazioni sul futuro dell'area. Detto così, capiamo in tre. Più semplicemente: l'arrivo dei fondi per i lavori di risistemazione e miglioramento del luogo ha fatto nascere delle discussioni all'interno del gruppo. Qualcuno si immaginerà subito riunioni infuocate con parole grosse (e magari sedie) che fendono l'aria, come è tipico sotto l'italico cielo. Niente di tutto questo: il gruppo ha per suo connotato, disemm, spirito pratico e atteggiamento da tecnici. Merce rara, purtroppo, nel variegato mondo dell'associazionismo ambientalista, spesso contaminato da inutili, perversi e controproducenti integralismi, e, anche, da personalismi eccessivi.

Stiamo in sostanza valutando su quali potrebbero essere gli interventi prioritari. Tra questi, vanno collocati alcuni lavori che rimodelleranno in parte le sponde della Vasca. Scopo: aumentare la varietà di ambienti e, va da sè, la diversità di specie. Per capire bene come muoverci, dobbiamo studiare la situazione attuale. Oggi siamo qui per prendere alcuni dati sul canneto che circonda le rive.



Guida le operazioni Luigi Villa. A me il compito, gradito, di riportare su carta numeri e appunti. Seguiamo il perimetro: segnamo - un poco alla buon ma in maniera funzionale - le variazioni di spessore del canneto, le specie dominanti (tifa, phragmites....), la presenza di alberi (salici e compagnia cantante...).

Non sto a riportare qui le osservazioni raccolte. Sarebbe interessante invece approfondire quali meccanismi sono all’origine di variazioni che parrebbero affidate al banale caso: tifa e phragmites si alternano senza apparente regola, qua e là – come sa bene chi frequenta la Vasca – il canneto si assottiglia e talora quasi sparisce. Lo stesso Paolo cerca di ragionarci su, cavandoci poco.
Il nostro botanico ci spiega anche che i prugnoli (molto amati dall’architetto) sono con buona probabilità varietà coltivate. Ci si chiede come siano arrivati qui, dal momento che l’architetto garantisce (“al limone”) che piantumazioni di questo tipo non hanno avuto luogo sul suolo della Volano. Approfondiremo.

Come lo scorso anno, la neve permette di rilevare la presenza della volpe. Qui una pista:

Durante la nostra passeggiata lungo le sponde, appare un’ospite gradita: una lepre, che parte in fuga all’improvviso.

Raffaella abbandona il campo in anticipo. Completiamo le operazioni. Mentre il gruppo supera il cancello, rimango indietro per fotografare una presunta tanta nel terreno. Mai momento fu più inopportuno, ma via a saperlo. Un barbagianni fa capolino. Un barbagianni! Porca sidela - o porca galera, per dirla col Villa –, non mi era capitato di vederne uno vivo! Eh sì, purtroppo, in più di una occasione ne ho rinvenuti di, ahiloro, morti sui cigli delle strade. Mi consolo, ma minga tropp, al pensiero che è la specie numero 109. Volano rocks, per dirla in gergo da youtubers. Ah, raccolgo anche un paio di borre; chi si contenta gode.


8 dicembre 2008

Una mattinata alla Vasca. Sparita da giorni la neve, è la volta di ghiaccio e brina.

Anche la Vasca è coperta da ghiaccio. Ma non in modo uniforme: la crosta è localizzata solo in corrispondenza delle macchie di elodea.

Nevicate e gelate: le folaghe hanno in buon numero lasciato il sito. Al termine della mattinata, prima di lasciare la Volano, ne conterò 25-30. Alcune gallinelle camminano sul ghiaccio.

“S’ciak-s’ciak”, si ode dal lato meridionale della recinzione. Ebbene sì, proprio lei, la cesena, nuovo ingresso nella lista di specie. E siamo a 110! Dove vuoi arrivare, vecchia Volano? Seguo per qualche minuto il bellissimo tordo (la cesena fa parte di questo gruppo di uccelli), che poi sparisce.

Nell’acqua c’è anche un’anatra, una moretta.

A metà mattina la brina si scioglie nei punti soleggiati. Mi allontano dall’area, giusto per dare un’occhiata in giro. E risolvo un mistero: i passeri. Dove sono finiti? Negli ultimi tempi si vedono poco alla Volano, anzi non si vedono più. Eccoli qui: a Cascina San Giuseppe c’è una buona concentrazione. Circa una trentina, recita il taccuino. Poco a nord-est della Cascina trovo un saltimpalo. Anche questo dato mi interessa: il territorio frequentato dalla specie è dunque abbastanza ampio. Confesso di saperne poco in materia; cercherò di approfondire il tema.

Due gheppi si muovono da queste parti.

Ritorno alla Vasca: le folaghe han preso confidenza con la situazione. La temperatura si è anche alzata: le nostre ora sono tutte fuori, bene in vista. In lontananza due poiane vengono, more solito, inseguite dalle cornacchie.

21 - 22 novembre 2008: vento e gabbiani

Foto: Gaetano Nava, Luigi D'Amato

Il 21 e 22 novembre 2008 il vento, astrusa presenza per il popolo padano, batte la Vasca.
Luigi D'Amato ne ricava qualche bella immagine, come questa, scattata il 21 novembre:
Il movimento dell'aria sposta le masse della pianta maledetta, l'elodea, concentrandole in alcuni settori della Vasca, come testimonia quest'altra immagine di Luigi.
Il vegetale non è radicato al fondo, come precisa in una nota inviataci lo stesso Luigi. E pensare che "....l'uomo del "barchino" voleva arare la Volano....", commenta ancora Luigi. Uomo del "barchino"? Le nostre indagini per risolvere il problema elodea continuano sempre. Ci siamo rivolti a una persona che possiede una barca che parrebbe adatta alla bisogna. Il personaggio in questione, durante un sopralluogo, sosteneva, appunto, che si dovesse grattare come si deve il fondo del bacino. Ah, beata innocenza! L'azione avrebbe provocato, in ordine sparso: danni irrimediabili al telo che impermeabilizza il tutto, una denuncia per il nostro gruppo con conseguente pagamento di penali e risarcimenti, e, risultato ipotizzabile e beffardo, rimessa in circolo di nutrienti salutati con piacere dall'odiata erbaccia.

Il vento non spazza solo la Vasca ma anche il cielo. Il 22 novembre ancora Luigi D ci offre una bella rassegna di immagini, parole e musica della Volano:
















La macchie bianche visibili sono gabbiani comuni. La specie era già giunta in zona nello scorso settembre: qualche timida puntata di pochi esemplari. Con l'incombere dell'inverno - quello canonico, legato ai moti del Pianeta e definito dal calendario, e un poco differente come collocazione rispetto a quello biologico -, il contingente si fa più nutrito. Gaetano Nava la vede così:

Curiosa quest'immagine: le folaghe nel settore più scuro, infestato dall'elodea, i gabbiani nella zona libera dalla pianta.
Vento e gabbiani.... In quest'ultima foto, di Luigi D, qualche acrobazia in volo: per un paio di giorni la Volano sembra l'Atlantico.


domenica 30 novembre 2008

Novembre 2008 - Luci d'autunno


FOTO: Gaetano Nava

"Tutto qui?", esclamò parecchi lustri fa un brianzolo in trasferta nel Vermont, luogo famoso per gli autunni che trasformano il paesaggio in gioia di tonalità e piacere per gli occhi. La storiella è narrata dal grande Gianni Brera, e non è così inverosimile. Abituato alle ottobrate delle nostre lande, l'anonimo protagonista dell'aneddoto non poteva non sbottare in siffatta maniera, tra percezione oggettiva e disincantata della realtà, scevra da ogni italiota esterofilia, e proverbiale campanilismo delle nostre lande.

Ancora oggi, la Brianza, pur bruttata da cemento e asfalto distribuiti a piene mani, riesce a regalarci scorci che ben poco han da invidiare a realtà d'oltreoceano.
A Gaetano Nava il compito di fornirci qualche istantanea della Volano sotto le luci autunnali. Non sarà Montevecchia, ma nel suo piccolo si difende.



Non poteva mancare, in una ideale antologia, una classica rosa canina, completa di bacche.

Immagini che sarebbero piaciute al Gioann, che sicuramente apprezzerebbe il nostro affetto per questo angolo della sua (e nostra) amata Lombardia.

Novembre 2008 Galleria da fungiatt 2

FOTO: Gaetano Nava, Luigi D'Amato

Continuiamo a occuparci di questi organismi fondamentali per la vita del pianeta. La Volano sta offrendo via via materiale per i fotografi (Gaetano Nava) e per i fungiatt (Luigi Villa e Luigi D'Amato).

15 novembre 2008: Gaetano immortala qualche esemplare. Eccone uno:

Luigi Villa, massima autorità nel settore ci spiega che è "ascrivibile al genere Agaricus (con molta probabilità A. campestris)".


Luigi D'Amato ci comunica questa segnalazione; la foto è del 12 novembre 2008:
Raffigura un Leucoagaricus leucothites. Luigi ha steso anche una breve scheda della specie.

Sinonimi: Lepiota naucina
Nome volgare: Bubbola buona
Etimologia. Dal greco “leucos” = bianco. Per il colore del cappello.

Descrizione
Cappello: dapprima globoso, poi appianato, leggermente umbonato, di colore bianco.
Gambo: bianco,pieno,slanciato,fibroso,un po' ingrossato alla base.
Carne: bianca con odore gradevole.
Habitat: Comune nei prati e nei giardini; cresce gregario, specialmente in autunno.
Commestibilità: commestibile con cautela

Note:
Sembra che il micelio sia molto ricettivo ai contaminanti ambientali, per cui prestare attenzione ai luoghi di raccolta.


Il 18 novembre 2008 è la volta della Clitocybe dealbata.

Ancora Luigi D in azione, che ci racconta che:

La Clitocybe dealbata fa parte del gruppo delle pericolose Clitocybe bianche, funghi da evitare poiché nella maggior parte dei casi tossiche. Terricola, gregaria nei campi, nei prati, nelle radure erbose dei boschi. Contiene un'elevata quantità di muscarina, e può quindi provocare intossicazioni anche gravi.

Cappello: 20-50 mm, appiattito o un po' depresso; superficie asciutta, bianca con zone acquose più scure, talvolta anche screpolata.
Lamelle: da biancastre brunastro rosato molto chiaro, fitte, leggermente decorrenti.
Gambo: 15-35 × 3-8 mm, cilindrico e leggermente ingrossato alla base un po' ricurvo, bianco.
Carne: bianca, con odore debole, subfarinoso.
Habitat: solitamente in luoghi erbosi, prati umidi o anche ai bordi delle strade, a gruppi di pochi esemplari. Commestibilità: velenoso.


19 novembre 2008: poteva mancare un coprino? Eccolo, sempre Luigi D al lavoro: foto e scheda.

Coprinus cornatus

Nomi volgari: Fungo dell’inchiostro, Coprino chiomato

Etimologia: dal greco 'kòpros': sterco, attinente lo sterco, per l'habitat ove cresce; dal latino 'comatus' : con la chioma, per i grossi fiocchi pelosi.

Lamelle: molto fitte, inizialmente bianche, poi a maturità nere, fino a trasformarsi in un liquido simile all'inchiostro.

Gambo: lungo e slanciato da 10 a oltre 30 cm., facilmente separabile dal cappello, bianco, a maturità vuoto all'interno. E' presente un anello membranoso minuto, bianco, che si annerisce a causa delle spore.

Carne: poco spessa, tenera nel cappello, fibrosa nel gambo, bianca con un odore forte, ma gradevole.

Habitat: cresce un po' ovunque vi siano terreni concimati, giardini, orti, prati, bordi delle strade, terreni incolti. Frequente in ogni stagione anche in gruppi di numerosi individui.

Commestibilità: discreto commestibile, a patto che si utilizzino solo i cappelli di esemplari giovani, con lamelle ancora completamente bianche.Osservazioni: unico Coprino commestibile, ma vista l'esiguità della carne, se ne sconsiglia una prolungata cottura. Gli esemplari maturi non vanno utilizzati, perchè possono provocare disturbi gastrointestinali.


Piano piano arricchiamo l'elenco delle specie viventi che abitano la Volano.

Indietro nel tempo: alzavole alla Volano. E siamo a 107

FOTO: Gaetano Nava, Luigi D'Amato


Un breve salto indietro nel tempo.

26 ottobre 2008: Gaetano Nava segnala due anatre non identificate, piccole.
La foto non è il massimo. Mica colpa del nostro: la distanza, la luce non favorevole, la difficoltà di muovere la digitale in un istante non sono condizioni ideali per fare una buona foto.

Analizziamo l'immagine. Il dubbio è tra alzavola e marzaiola. Non è un prolema da poco: la prima non è mai stata censita. L’esemplare più scuro potrebbe essere la femmina? Ipotizziamo di sì. Non è facile l’attribuzione, anche se l’andamento del sottoala la rende più simile all’alzavola: le zone chiare sono più diffuse. Veniamo al maschio (o presunto tale): non si nota il contrasto tra ventre chiaro (bianco) e parte anteriore del corpo, come avviene nella marzaiola; inoltre il sottoala è chiaro in modo più diffuso. Dai, possiamo darla per buona. La Volano fa 107!
Se non bastasse, il giorno 10 novembre Edoardo Manfredini segnala alla lista del CROS di Varenna la presenza di 3 alzavole sullo specchio d'acqua. In quei giorni Luigi D'Amato fotografa 2 anatre piccole sospette: diffcile però lavorare su questa istantanea.

Ringraziamo Edoardo Manfredini per le preziose segnalazioni. Edoardo ha comunicato anche l'avvistamento di 2 zigoli muciatti alla montagnetta (seconda osservazione per l'area): sempre un bel vedere.

venerdì 21 novembre 2008

15 novembre 2008 Blue Moon - il ritorno: allocchi

Serata.

Dopo una giornata piuttosto intensa eccomi a decidere. Vado? Non vado? La giornata in effetti è cominciata piuttosto presto, intorno alle 4.00. Mattinata a Cesano Maderno, all'Oasi LIPU, raggiunta con una bella pedalata. Scopo: beh, missione per conto della Volano. Una visita con alcuni amministratori agratesi per vedere, insieme all'onnipresente Gigi Ponti (che dell'Oasi è stato promotore), come è nata e come funziona. Ma queste sono altre storie.

La partita a pallone, irrinunciabile appuntamento del sabato pomeriggio e oggi piuttosto combattuta, ha lasciato qualche scoria a livello muscolare.

Insomma: cosa fare? Un'occhiata fuori dalla finestra. Mica male la luna. In realtà, romanticismi di prammatica c'entrano poco. Se si vede bene il nostro satellite, vuol dire che il cielo è sereno. Le condizioni sono quindi favorevoli, se si pensa anche che il vento è assente. Mah... In realtà, il sabato sera è per il sottoscritto normalmente dedicato al riposo postpedatorio. "..ma dai, vai alla Volano....vedrai che poi non vieni più via...". Col favore delle tenebre - vabbè, alle 19.45 circa.... - inforco il velocipede e raggiungo la Vasca.


E' la prima uscita, quest'inverno, dedicata al censimento allocchi. La specie è stata già rilevata in altre occasioni. Ho previsto due escursioni in zona, per una verifica. Certo, la zona della Volano non è propriamente adatta ad una specie boschiva. Averla trovata qui fa pensare più che altro ad una presenza legata ad attività di caccia.

Utilizzo come punti di ascolto gli stessi utilizzati per la civetta a marzo. Due parole sul protocollo, in parole più semplici il metodo di lavoro. Arrivato sul punto di stazione, lascio passare un minuto. Poi lancio il richiamo dell'allocco, registrato sul CD della Rochè. Terminata l'emissione, un'attesa di 5 minuti.


Dalla Vasca arrivano i suoni delle folaghe: irresistibili, nemmeno di notte stanno tranquille. Provo a fotografare la luna: giusto per il blog, nessuna velleità artistica o giù di lì.
I primi due punti (zona Vasca e vivaio) danno esito negativo. Unica emozione, la foschia, appena accennata, che spazzola il bacino e gli immediati dintorni.

Mi sposto lungo il Canale Villoresi, ormai vuoto d'acqua: la sücia - per usare termine vernacolare assurto quasi, pensa ti, a rango di tecnicismo - è partita ormai da tempo. Ritrovo i punti da cui, giusto qualche mese fa, ho lanciato il richiamo della civetta. In giro non c'è nessuno: ma quando si è sul campo è davvero difficile sentirsi soli.

Nemmeno i due punti a ridosso del Canale danno esito positivo.

Torno indietro, verso la bici.

Mi accorgo che non ho ancora dato un'occhio alla Vasca. Riparo subito: la foschia se ne è andata, le folaghe sono ancora in azione.

Piacevole camminare nel fango e tra le pozzanghere, accresce il senso di estraneazione rispetto alle zone urbane che ci circondano.
Prossima uscita: a dicembre.
INVITIAMO I NOSTRI LETTORI A LASCIARE UN COMMENTO: Sarebbe carino

domenica 9 novembre 2008

9 novembre 2008 Galleria da fungiatt

FOTO: Luigi D'Amato

Gustiamoci la galleria di ritratti fatta questa mattina da Luigi.
Agaricus campestris.

Dal latino campester = campestre (relativo all'habitat)
Carne: Compatta, soda, bianca, al taglio diventa debolmente rosa nei pressi delle lamelle e in fondo al gambo, odore e sapore gradevoli.
Ottimo commestibile, da giovane può essere consumato crudo in insalata.

Lo si trova in luoghi concimati, pascoli, prati, giardini, parchi, in cerchi o a piccoli gruppi, comunque sempre fuori dai boschi. In primavera ed autunno, pochi giorni dopo la pioggia, meglio se preceduta da un periodo di siccità.

Attenzione alla specie tossica, lo XANTODERMA, che però ha un odore forte e sgradevole di inchiostro, sudore o farina fresca e ha la carne virante al giallo vivo, specialmente alla base del gambo.

Panaeolus foenisecii? La specie è ancora da classificare in modo definitivo. Aspettiamo i nostri esperti.







Marasmius oreades.
Etimologia: oreades= ninfe de boschi, ossia streghe o fate( con riferimento ai cerchi creati dal micelio)

Nome volgare: gambesecche

Fungo comune, cresce in abbondanza ed è un ottimo commestibile (ottimo essiccato).

Carne: biancastra, odore gradevole e sapore dolce.

Si trova nei prati in file o anelli, dalla primavera all'autunno.

9 novembre 2008 La ditta al lavoro. Una trama d'acqua sull'arato

Siamo in tre questa mattina: con me sono presenti Luigi D'Amato e Gaetano Nava.

Oltre che di macchina fotografica e binocolo, Luigi è munito anche di un minimo di attrezzatura per gli ormai rituali interventi di sistemazione della recinzione. I teppisti non demordono, lo sappiamo. Percorriamo l'intero perimetro della rete. Al solito, non mancano i danneggiamenti.

La foto, scattata da Luigi D il 24 ottobre scorso, mostra come agiscono gli "amici della natura". La parte bassa della recinzione viene indebolita e poi alzata.

Scopo: far entrare i cani da caccia ad allenarsi, come abbiamo più volte potuto constatare. Il disturbo per la fauna del bacino è ovvio. Come è ovvio che si tratta di un reato, visto il divieto di accesso. Amareggia un poco doversi ogni volta occupare di queste miserie umane, invece di gustarsi in santa pace quello che ci offre il luogo. Ma non demordiamo, convinti come siamo di agire nel giusto. E per i vigliacchi con le doppiette, state sicuri, tutto ciò è causa di fastidio.

Per il momento è un sottile piacere rimirare il bel lavoro del nostro Luigi.

Ma la ditta non rimane con le mani in mano, nemmeno oggi. Due ghelli di fil di ferro, procurati dall'immarcescibile Luigi, e i pali di nuovo insediamento trovano ulteriore appoggio. Le immagini qui sotto documentano invece l'ennesimo rattoppo, fatto questa mattina.








Nei campi sono spuntati parecchi funghi. Ecco in azione Luigi e Gaetano, che si distribuiscono, quasi fosse un protocollo, le proprie competenze: al primo, fungiatt, il compito di determinare la specie, al secondo, come da consolidato copione, il lavoro con obbiettivo e messa a fuoco. Una versione sui generis del classico "ogni ofelee...." con quel che segue.


Sui prati giocano le allodole. Non sono poche: ne contiamo almeno 10-15. Si rincorrono nell'aria, senza il disturbo dei cacciatori, oggi assenti. Ogni tanto, gruppetti di verdoni e fringuelli si fan sentire.

Il campo arato a meridione mostra curiose spennellate di bianco. Date le temperature più che miti, mica può essere brina. Le ipotesi più disparate non mancano.

Qualche fertilizzante? Resti di teli? Stracci? Nossignori: sono le trame di infinite ragnatele!

La condensa notturna ne rende visibili i disegni. Bello immaginare come quest'acqua sarà restituita secondo ritmi graduali, e più consoni ai tempi della natura, al terreno. Avvicinandosi, si può vedere il responsabile - o uno dei responsabili, magari sono più specie - di tutto ciò: un piccolo ragno.
Di dettaglio in dettaglio. Sotto la copertura del gabbiotto della pompa un nodo di vespe muratrici, anzi un condominio.

Come ogni volta, dal grande al piccolo e viceversa: questo angolo di Brianza non finisce mai di stupire.

novembre 2008 Fil di ferro e martello: Luigi D'Amato. Il premio "Saltimpalo d'Oro"

FOTO: Luigi D'Amato


C'è chi - siamo, più o meno, la maggioranza - va alla nostra Vasca per osservare volatili. C'è chi la utilizza per scattare bellissime immagini: Gaetano Nava su tutti, ovviamente. C'è chi si è divertito anche a dar vita ad una estemporanea Canottieri Volano.


Ma c'è anche chi sta svolgendo un lavoro più oscuro, un dietro le quinte prezioso, anzi fondamentale: Luigi D'Amato. Segue da tempo la Vasca, tra dettagli, disemm inscì, burocratici e lavori di manutenzione. Dedicare al nostro Luigi D uno spazio sembra il minimo. E' grazie a lui se sono stati risolti diversi problemi.

L'ultimo regalo alla Vasca è la sistemazione della rete, oltraggiata in parte da eventi atmosferici, in parte da basso teppismo. Il 6 novembre la recinzione assume così un volto più o meno definitivo (i vigliacchi sono sempre in agguato). Quattro pali recuperati alla buona, un po' di fil di ferro, una mazza solida alla bisogna, una scaletta: il cantiere improvvisato è qui sotto riprodotto dalla digitale dello stesso Luigi.
Le reazioni dei nostri nemici non si faranno attendere. Gaetano Nava descrive così il clima pochi giorni dopo, l'8 novembre:
"Stamattina verso le 8,30 ho fatto un giretto alla vasca...
La riparazione di Luigi regge.Un'autentica opera d'arte.........
Anche un paio di cacciatori si sono fermati in contemplazione per almeno 5 minuti esterrefatti.........."
La fine dell'anno si avvicina, portandosi i classici bilanci conclusivi e le varie nomine, molte volte stucchevoli e fini a se stesse. Ma il gioco piace a (quasi) tutti: perchè negarlo?
Si potrebbe allora istituire un premio anche per la Volano, rivolto a chi meglio si è distinto sul campo, e non solo, vien da dire. Chiamarlo "Il Saltimpalo d'Oro" è quasi automatico. Luigi D è sicuro canditato. Con lui ci sarebbe anche un'altra persona, fin qui poco nominata e quasi mai presente sulle rive della Vasca. Si tratta di Margherita Brambilla, cui dobbiamo in gran parte l'arrivo dei fondi che permetteranno di riqualificare la nostra adorata Vasca.
Bon, gettato il sasso, attendo i vostri commenti.....
Lunga vita alla Volano.

martedì 4 novembre 2008

La VASCA VOLANO sui giornali

Anche i giornali iniziano a parlarne.
Ecco due articoli pubblicati negli ultimi mesi da due differenti giornali.
Buona lettura.


il Cittadino - Giornale di Monza e della Brianza
4 ottobre 2008



il Giornale di Vimercate 8 agosto 2008


domenica 2 novembre 2008

1 novembre 2008 In attesa di gru. E 108! I soliti teppisti


Un anno fa la Volano diede il meglio di sè. I nostri affezionati seguaci ricorderanno l'arrivo della gru: un momento indimenticabile. E' questo il periodo di maggior afflusso di gru in migrazione sull'italico suolo. Qua e là ci sono segnalazioni, ma la situazione è ancora di calma. I treni delle gru hanno qualche ritardo.

Sotto sotto, ieri speravo di rivederla. Niente da fare.

Ma la nostra Vasca offre sempre qualcosa. La foto - penosa - che vedete sopra raffigura una tordela. E' la specie numero 108 dall'aprile 2007!


La tordela è un tordo di dimensioni più grosse e dall'aspetto in qualche modo più maestoso rispetto agli altri tordi. Nel territorio lombardo occupa le aree montane, alpine e dell'Oltrepo. Da noi si fa vedere in particolare in questo periodo di migrazione. Qualche individuo può anche rimanere a svernare. Gli esemplari che si mostrano nel cannocchiale non sono tutti di origine locale: agli individui nostrani si aggiungono anche contingenti provenienti da terre poste oltre la catena alpina.


Ieri c'erano due tordele, insieme a loro anche qualche tordo bottaccio. E' un autunno molto ricco di tordi questo: bei gruppi sono segnalati dappertutto. Poteva mancare la Volano tra le zone toccate da questi uccelli?


Il mio quaderno di campo presenta anche altre note simpatiche, lascio la parola al taccuino:

"sul tetto del capannone sud un codirosso spazzacamino è intento a cacciare insetti...... l'animale è circondato da una nuvola di moscerini e affini.....li prende in volo con saltelli e acrobazie.....a volte qualche insetto decide di posarsi a pochi ghelli dalle zampe del nostro, non è una grande idea: il codirosso ne fa immediata preda nello spazio di un amen...."




Purtroppo ci sono anche notizie spiacevoli. La rete è stata di nuovo abbattuta. La foto di Gaetano Nava mostra il lavoro dei soliti teppisti: cacciatori? pescatori? Non sappiamo, ma nella lista dei sospetti ci sono anche loro.




Vedremo di sistemare al meglio la situazione. Non vale nemmeno la pena di commentare: il problema è che questo è niente confronto a quello che succede, senza andare troppo lontano, nel Bresciano.


Nella Vasca, l'arrivo del periodo autunnale sta facendo regredire le copiose esplosioni di vegetali invadenti. La foto, vedi sotto, mostra come si stia creando una fascia libera dalle infestanti piuttosto ampia che parte dal centro del bacino e si spinge verso l'angolo NE.


Tutto ciò non ci deve però sviare dai nostri propositi: liberare il bacino dagli invasori verdi è a mio avviso opera molto importante per il futuro dell'area.
Sempre latitanti i passeri. Segnalo un paio di passere mattuge e un breve passaggio di qualche passero europeo, ma niente più. Dominano, viceversa, i pettirossi.
Nella seconda parte della mattinata un paio di gabbiani comuni si posa sulle acque della Vasca. Attendiamo prossimi arrivi più copiosi di questi animali.