domenica 9 novembre 2008

9 novembre 2008 La ditta al lavoro. Una trama d'acqua sull'arato

Siamo in tre questa mattina: con me sono presenti Luigi D'Amato e Gaetano Nava.

Oltre che di macchina fotografica e binocolo, Luigi è munito anche di un minimo di attrezzatura per gli ormai rituali interventi di sistemazione della recinzione. I teppisti non demordono, lo sappiamo. Percorriamo l'intero perimetro della rete. Al solito, non mancano i danneggiamenti.

La foto, scattata da Luigi D il 24 ottobre scorso, mostra come agiscono gli "amici della natura". La parte bassa della recinzione viene indebolita e poi alzata.

Scopo: far entrare i cani da caccia ad allenarsi, come abbiamo più volte potuto constatare. Il disturbo per la fauna del bacino è ovvio. Come è ovvio che si tratta di un reato, visto il divieto di accesso. Amareggia un poco doversi ogni volta occupare di queste miserie umane, invece di gustarsi in santa pace quello che ci offre il luogo. Ma non demordiamo, convinti come siamo di agire nel giusto. E per i vigliacchi con le doppiette, state sicuri, tutto ciò è causa di fastidio.

Per il momento è un sottile piacere rimirare il bel lavoro del nostro Luigi.

Ma la ditta non rimane con le mani in mano, nemmeno oggi. Due ghelli di fil di ferro, procurati dall'immarcescibile Luigi, e i pali di nuovo insediamento trovano ulteriore appoggio. Le immagini qui sotto documentano invece l'ennesimo rattoppo, fatto questa mattina.








Nei campi sono spuntati parecchi funghi. Ecco in azione Luigi e Gaetano, che si distribuiscono, quasi fosse un protocollo, le proprie competenze: al primo, fungiatt, il compito di determinare la specie, al secondo, come da consolidato copione, il lavoro con obbiettivo e messa a fuoco. Una versione sui generis del classico "ogni ofelee...." con quel che segue.


Sui prati giocano le allodole. Non sono poche: ne contiamo almeno 10-15. Si rincorrono nell'aria, senza il disturbo dei cacciatori, oggi assenti. Ogni tanto, gruppetti di verdoni e fringuelli si fan sentire.

Il campo arato a meridione mostra curiose spennellate di bianco. Date le temperature più che miti, mica può essere brina. Le ipotesi più disparate non mancano.

Qualche fertilizzante? Resti di teli? Stracci? Nossignori: sono le trame di infinite ragnatele!

La condensa notturna ne rende visibili i disegni. Bello immaginare come quest'acqua sarà restituita secondo ritmi graduali, e più consoni ai tempi della natura, al terreno. Avvicinandosi, si può vedere il responsabile - o uno dei responsabili, magari sono più specie - di tutto ciò: un piccolo ragno.
Di dettaglio in dettaglio. Sotto la copertura del gabbiotto della pompa un nodo di vespe muratrici, anzi un condominio.

Come ogni volta, dal grande al piccolo e viceversa: questo angolo di Brianza non finisce mai di stupire.

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