Serata.
Dopo una giornata piuttosto intensa eccomi a decidere. Vado? Non vado? La giornata in effetti è cominciata piuttosto presto, intorno alle 4.00. Mattinata a Cesano Maderno, all'Oasi LIPU, raggiunta con una bella pedalata. Scopo: beh, missione per conto della Volano. Una visita con alcuni amministratori agratesi per vedere, insieme all'onnipresente Gigi Ponti (che dell'Oasi è stato promotore), come è nata e come funziona. Ma queste sono altre storie.
La partita a pallone, irrinunciabile appuntamento del sabato pomeriggio e oggi piuttosto combattuta, ha lasciato qualche scoria a livello muscolare.
Insomma: cosa fare? Un'occhiata fuori dalla finestra. Mica male la luna. In realtà, romanticismi di prammatica c'entrano poco. Se si vede bene il nostro satellite, vuol dire che il cielo è sereno. Le condizioni sono quindi favorevoli, se si pensa anche che il vento è assente. Mah... In realtà, il sabato sera è per il sottoscritto normalmente dedicato al riposo postpedatorio. "..ma dai, vai alla Volano....vedrai che poi non vieni più via...". Col favore delle tenebre - vabbè, alle 19.45 circa.... - inforco il velocipede e raggiungo la Vasca.
E' la prima uscita, quest'inverno, dedicata al censimento allocchi. La specie è stata già rilevata in altre occasioni. Ho previsto due escursioni in zona, per una verifica. Certo, la zona della Volano non è propriamente adatta ad una specie boschiva. Averla trovata qui fa pensare più che altro ad una presenza legata ad attività di caccia.
Utilizzo come punti di ascolto gli stessi utilizzati per la civetta a marzo. Due parole sul protocollo, in parole più semplici il metodo di lavoro. Arrivato sul punto di stazione, lascio passare un minuto. Poi lancio il richiamo dell'allocco, registrato sul CD della Rochè. Terminata l'emissione, un'attesa di 5 minuti.
Dalla Vasca arrivano i suoni delle folaghe: irresistibili, nemmeno di notte stanno tranquille. Provo a fotografare la luna: giusto per il blog, nessuna velleità artistica o giù di lì.
I primi due punti (zona Vasca e vivaio) danno esito negativo. Unica emozione, la foschia, appena accennata, che spazzola il bacino e gli immediati dintorni.
Mi sposto lungo il Canale Villoresi, ormai vuoto d'acqua: la sücia - per usare termine vernacolare assurto quasi, pensa ti, a rango di tecnicismo - è partita ormai da tempo. Ritrovo i punti da cui, giusto qualche mese fa, ho lanciato il richiamo della civetta. In giro non c'è nessuno: ma quando si è sul campo è davvero difficile sentirsi soli.
Nemmeno i due punti a ridosso del Canale danno esito positivo.
Torno indietro, verso la bici.
Mi accorgo che non ho ancora dato un'occhio alla Vasca. Riparo subito: la foschia se ne è andata, le folaghe sono ancora in azione.
Piacevole camminare nel fango e tra le pozzanghere, accresce il senso di estraneazione rispetto alle zone urbane che ci circondano.
Prossima uscita: a dicembre.
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