domenica 23 marzo 2008

Notti da civette - seconda puntata: 21 marzo

La notte precedente ho coperto la prima parte dell’unità di campionamento che tocca la nostra Volano. Oggi tocca all’altra metà; mi muoverò nel territorio di Carugate.
Il primo settore interessato è immediatamente a sud dell’area della Volano.

La carta riporta per il primo punto un’area molto probabilmente cintata. Come fare? Arrivato sul posto, scopro che si tratta del centro sportivo. È aperto: bene. All’interno c’è un giardino pubblico con una pineta, è proprio lì che devo portarmi. Prima di cominciare, completo l’abbigliamento d’ordinanza: foulard al collo contro il vento e stivali di gomma ai piedi per potermi muovere comodamente nella terra e nel (questa sera improbabile) fango. Anche questo aiuta a operare bene, a, vedi altro testo più sotto, “entrare nella parte”.

Da non grande distanza arrivano le voci di una partita di pallone. Una civetta risponde con buona rapidità, da un punto a ridosso della pineta. Il mio quaderno di campo recita: “…ricordarsi di indagare nella pineta……”. Può essere un buon punto per cercare borre e altre tracce.

Il secondo punto è in un settore a sud di Cascina Fidelina Doppia, a non grande distanza, comunque, dalla Volano. È una zona parzialmente agricola. Una recinzione chiude un vivaio, uno dei tanti della zona. Nel buio della notte il tutto assume un fascino speciale, trasformandosi in microcosmo. Cemento e asfalto sembrano lontanissimi, in realtà sono nell’immediato sfondo. Frammenti di natura e di verde: quanto basta per godersi due passi nel verde. Arrivano ancora le voci dal campo di pallone, ma giungono anche le risposte delle civette: ben 3, e in contemporanea.
Il punto successivo, poco lontano dal centro di Carugate, offre l’ultima civetta della serata.

Punto il registratore su un davanzale con la tapparella chiusa, nelle vicinanze di un vocifero bar. Risultato negativo.
Successivamente un autoctono mi chiederà il “motivo di tutto questo”. Alle mie spiegazioni se ne va soddisfatto. In effetti non è normale vedere uno con un grande registratore, nel cuore della notte, che invia strani suoni nell’aria.

L’ultimo punto è all’esterno del cimitero, giusto a ridosso del muro. Purtroppo l’accesso è impossibile: tutto chiuso. Il cancello del giardino pubblico adiacente è però aperto. Mi piace l’idea che a quest’ora, prossima alla mezzanotte, un giardino pubblico sia aperto.
Non c’è nessuno. Noto, però, che sul dosso tra i cipressi, alla mia sinistra, si apre un passaggio. Stai a vedere che….. Infatti: l’accesso è possibile. Raggiungo il punto richiesto dalla carta. È uscita la luna. Potrebbero esserci ingredienti poetici o suggestioni (pseudo)letterarie: tra Foscolo e Le Fanu, insomma. Mah. Più prosaicamente, è comodo avere a disposizione il muro di cinta, non molto alto, del cimitero per piazzare il registratore, proprio in vista su tombe e monumenti funerari. La notte manda un piacevole tepore e qualche brivido: dopotutto sono in giro da solo. Ma non c’è da temere: chi vuoi che venga qui. Il suono del registratore si propaga con un bell’eco. Di civette nessuna traccia. Si conclude qui la due giorni dedicata alle civette della Volano e dintorni. Ma c’è ancora da indagare in zona, alla ricerca di ulteriori dati e di tracce.

Nessun commento: