domenica 23 marzo 2008

Notti da civette - prima puntata: 20 marzo 2008

(Foto di Edoardo Viganò)


Da qualche giorno è partito un progetto di indagine sulla civetta, a coordinarla siamo noi di Fauna Viva. Referente è il grande Gianpiero Calvi, ma anche il sottoscritto è nel, disemm inscì, comitato che coordina le operazioni. Sul sito di Fauna Viva trovate tutte le informazioni necessarie:
http://www.faunaviva.it/



Lo studio vuole coprire la Provincia di Milano, utilizzando la metodologia da qualche anno ideata, e sperimentata con successo, nelle Fiandre da Dries van Nieuwenhuyse e i suoi collaboratori. L’amico Dries, uno dei più grandi esperti mondiali del simpatico rapace notturno, ha apportato delle correzioni ai metodi di studio fin qui utilizzati: il territorio viene diviso in quadrati di 500 metri di lato, 16 quadrati formano una unità di rilevamento. Al centro di ogni quadrato è posto il punto di ascolto, da lì si manda secondo una sequenza ben definita la registrazione del richiamo dell’animale e si aspettano le reazioni delle civette. Il lavoro va effettuato in questo periodo, da metà marzo fino all’inizio di maggio: è la fase dell’anno in cui le civette sono molto vocifere. Si parte, va da sé, dopo il tramonto. Ulteriori particolari si possono leggere sul sito di Fauna Viva: lì troverete metodologia, la registrazione del richiamo (mp3), le carte per rilevare con i quadrati già individuati e, ovviamente, la scheda da compilare durante le uscite.


La notte del 19 marzo parto con la prima uscita, insieme ad Alberto Confalonieri. L’obbiettivo è fare una parte del territorio di Monza in una notte, pari a una unità di rilevamento. Ci rendiamo conto che riuscire a fare 16 quadrati è difficile per ragioni logistiche, ogni punto del resto porta via come minimo 15 minuti. Il giorno dopo mi consulto con Gianpiero. In effetti, nelle Fiandre fa buio prima e, probabilmente, non c’è una urbanizzazione disordinata, fattore che permette di muoversi bene. Insomma, per coprire una unità è meglio procedere in due notti di fila: 8 quadrati alla volta.
Fatta la debita premessa, parliamo della nostra Volano. Tocca anche a lei ovviamente: ci saranno le civette? Dedico all’unità che copre l’amata Volano due nottate: 20 e 21 marzo. Il 20 parto proprio con la nostra. Alle 20.35 invio la registrazione, dalla recinzione che chiude il capannone localizzato all’ingresso. La risposta è rapida: eccola! È un esemplare dalla voce strana, il suo richiamo termina con una nota rauca.
La serata è bella: luna piena e cielo sereno. Non è nemmeno tormentata dal vento, poco gradito, si sa, a noi padani. A parte questi addentellati meteopatici, il vento influisce sul lavoro di campo: disturba l’animale e rende difficoltoso l’ascolto e la localizzazione di eventuali risposte. Sulla carta, infatti, va riportato il punto dal quale il rapace notturno emette il richiamo. Il verso viene dall’angolo nord-ovest del recinto che chiude la Vasca: è un luogo classico, qui sono state osservate tante delle specie che compongono l’elenco della Volano. Pensare che qui ci sono solo quattro alberi in croce e un po’ di arbusti, ma questo basta per attirare ospiti occasionali e abituali. E la nostra civetta. A proposito, è l'80° specie censita da fine aprile 2007 a oggi: complimenti piccola Volano.
Ecco una foto del bravissimo Edoardo Viganò da Villasanta, grande fotografo naturalista.






Un tratto a piedi, accompagnando la bici sullo sterrato, e arrivo all’altro punto che interessa l’area della Volano, al vivaio di piante. Il richiamo fa muovere un volatile che arriva silenzioso a una decina di metri da me, per poi deviare allontanandosi. È, viste le dimensioni, un allocco, già osservato qualche mese fa. Cosa ci faccia qui è un mistero, l’ambiente non è proprio dei più favorevoli per la specie, non ci sono alberi vecchi, ma solo giovani piante.
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Nella foto di Edoardo un nidiaceo di allocco.






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Supero il Canale Villoresi, percorrendo il ponte che mena a Carugate. Procedo poi lungo la sponda destra del corso d’acqua. E riesco, pensa te, a raggiungere il punto previsto dalla carta: la recinzione ha un cancello, che è, fortuna, socchiuso. Una spintarella e entro. D’accordo, è una piccola infrazione dei codici, ma concedetemela. Oltre il cancello, un cantiere, una zona di scavi. Mah, speriamo di non essere beccati. Dai, a quest’ora! Non molto distante, un’altra civetta che risponde rapidamente. Sarà l’ultima per stasera. Siamo a ridosso dell’area della Volano, nella zona di Cascina Fidelina Doppia, nel territorio di Carugate.

Tornando al ponte, per raggiungere l’altro punto, si odono delle urla: niente di grave, sono dei ragazzi che stanno scherzando tra loro. Incontri notturni, insomma. Nella penombra, il buio della notte è rotto dall’illuminazione diffusa e dal nostro satellite, capita anche questo. Come dico spesso, il buio non esiste, per trovarlo bisogna percorrere le grotte o, dopo il tramonto, le foreste più fitte. D’abitudine, chi mi conosce lo sa, non porto mai torce elettriche. Per il censimento faccio un’eccezione, più che altro per sicurezza, dovendo guardare mappe e compilare schede. Ma si riesce a farne a meno. In realtà, è più che altro il gusto di avere un equipaggiamento completo, insomma un modo per entrare appieno nella parte.
Non succede più niente; del resto, i restanti punti sono localizzati, nel territorio di Agrate e di Carugate, per lo più in luoghi improponibili, ad esempio ai bordi della provinciale e poco distante dall’autostrada. Ma il traffico non smette mai? Sono le undici di notte passate e sembra l’ora di punta.
Bilancio, in ogni caso, positivo. L’area della Volano, comprendendo anche i settori immediatamente circostanti, presenta almeno due territori di civetta.

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