Marco Melzi guadagna meritata copertina con questa istantanea, datata 2 agosto 2009.
Agosto mese da libellule, vien da dire. Circa un anno fa il blog dedicava spazio alle “Delicate regine dello stagno”, ecco qui:
http://lavocedellavolano.blogspot.com/2008/08/delicate-regine-dello-stagno.htmlL’argomento ritorna anche questo agosto. Il merito è tutto loro, e dei nostri due bravissimi fotografi. Se girate dalle parti della Vasca in questo periodo, soprattutto nelle ore centrali della giornata, troverete l’aria permeata da un formicolare ininterrotto. Libellule dappertutto, e con il binocolo lo scenario fa ancora più impressione. Quante sono? Un conteggio non è semplice, ma lancio la sfida. Ci proveremo. Usando le tecniche classiche dei censimenti ornitologici. Ci si piazza in un punto e si inquadrano via via settori della Vasca; qualche trucco: evitare di sovrapporre le zone inquadrate, contare con cura un gruppo campione e moltiplicare la quantità ottenuta per i vari settori, essere quanto più rapidi possibile. La sfida è aperta. Un altro sistema chiama in causa i nostri abilissimi fotografi: scattare panoramiche in modo da coprire tutta l’area, ed evitando sovrapposizioni. Il conteggio si potrebbe fare poi al computer. Insomma: il gruppo Volano al lavoro.
Torniamo alle libellule, dopo questo divagare pseudoscientifico, naturalista è essere umano che conta, del resto.
Foto: Gaetano Nava (11 agosto 2009)
Martedì scorso (4 agosto 2009) tanto il sottoscritto quanto l’Alessandra – mia più o meno fida discepola e abilissima sezionatrice di cadaveri, come reclamano i suoi studi in Veterinaria – siamo rimasti colpiti dalla grande quantità di libellule. Non basta il colpo d’occhio, tuttavia. Impressiona il rumore del battito d’ali delle specie di maggiori dimensioni, impressiona e atterrisce. Non vi è da stupirsi se non poche persone han paura delle libellule, un timore che ha qualche parziale attinenza con l’aracnofobia ma che non mi risulta abbia ancora ottenuto attenzioni da parte di chi studia la nostra psiche. Andando a memoria, ricordo di aver incontrato almeno un paio di persone con questa curiosa fobia.
Il fascino di questi animali è però quasi universale. Fascino che si sposa alla relativa facilità di osservazione: sono tra gli insetti meno difficili da rilevare. Addirittura, possono essere identificate utilizzando un binocolo, o delle buona istantanee. Fotoentomologia: così potremmo chiamare la disciplina improvvisata in questi giorni dai nostri bravissimi Marco e Gaetano. Grazie alle loro immagini riusciamo a svolgere un censimento, invero parziale, delle specie presenti. Senza spargimenti di sangue, come è d’uso tra gli entomologi. Beninteso: non è mia intenzione censurare l’abitudine degli studiosi di invertebrati di campionare gli oggetti del loro lavoro ponendo fine alla loro vita. Purtroppo è un male necessario e inevitabile. Del resto, possiamo dire, uccide più insetti un normale spostamento in automobile che un entomologo in mesi di lavoro. Il problema, nella fattispecie, è un altro: nessuno di noi è entomologo. Quindi meglio usare questi metodi incruenti, vista la nostra imperizia nel settore.
Dopo tanto divagare, una breve e parziale rassegna di alcune specie rilevate alla Volano. Noterete che accanto al nome scientifico appare il nome inglese. Nessuna esterofilia, per tante libellule non esiste il nome nella nostra lingua. Il tutto poi vuol favorire anche chi volesse cercare in rete immagini di questi animali, e per i nostri fotografi un poco di popolarità in più, e a livello planetario.
Anax imperator – Blue Emperor
Foto: Gaetano Nava (16 maggio 2009).
La “Field Guide to the Dragonflies of Britain and Europe” (vedi sotto per ulteriori dettagli su questo splendido volume) spiega che la specie ha solo di recente colonizzato vaste aree del nostro continente, provenendo dall’Africa. Mutamenti climatici in atto?
Ischnura elegans – Common Bluetail
Foto. Gaetano Nava (10 maggio 2009)
L’immagine ha grande valore didattico. Illustra molto bene come avviene l’accoppiamento tra libellule. Prima una nota morfologica: la foto permette di vedere le appendici che partono dal torace del maschio (in alto nell’immagine).
L’accoppiamento segue una procedura elaborata e complessa (e spettacolare). L’apparato genitale, che produce lo sperma è localizzato nella parte terminale del corpo del maschio. L’organo che garantisce il trasferimento dello sperma nella femmina (organo copulatore) è invece localizzato all’inizio dell’addome (l’addome è la lunga appendice che parte dopo il torace, quest’ultimo ospita le ali). Lo sperma va dunque trasferito nell’organo copulatore prima di ogni altra mossa. Dopo le varie parate nuziali e gli inseguimenti della femmina da parte del maschio – con modalità che variano da specie a specie –, può avvenire l’accoppiamento. Il maschio afferra la femmina tenendola per la testa, usando delle appendici poste all’estremità dell’addome. In gran parte delle specie, l’operazione di trasferimento dello sperma nell’organo copulatore avviene – molto rapidamente, va da sé – dopo che il maschio ha bloccato la femmina. Quest’ultima piazza la base del proprio addome sotto l’organo copulatore. È fatta? Sì, anche se in alcune specie questa operazione può durare anche un’ora. Dettaglio affascinante: il tandem – così viene chiamata l’unione tra i due – può operare anche in volo, in alcune specie.
Il tutto offre materiale per i fotografi e non solo, anche per osservatori non dotati di obbiettivo.
Qui sotto un’altra immagine di accoppiamento, protagonista la Sympetrum fonscolombii Red-veined Darter.
Sympetrum fonscolombii – Red-veined Darter
Foto: Gaetano Nava (10 agosto 2009)
Altra specie
Orthetrum coerulescens – Keeled Skimmer
Foto: Gaetano Nava (11 agosto 2007)
La citazione bibliografica finale è d’obbligo:
"Field guide to the Dragonflies of Britain and Europe"
Un libro spettacolare, un monumento alla bellezza di questi animali.
A cura di Klaas-Douwe B Dijkstra e Richard Lewington (che ha disegnato le favolose tavole). British Wildlife Publishing 2006.
Qui trovate notizie sul volume, il cui prezzo dovrebbe essere intorno a 40 euro, credo. http://www.historydirect.co.uk/books-147/148/-field-guide-to-the-dragonflies-of-britain-and-europe-dijkstra-klaas-douwe-b-0953139948-isbn-gb9780953139941/
Particolare curioso: è stato stampato in Italia, a Trento.
Matteo Barattieri