Il mondo occidentale è ormai, grazie all’operato di personaggi quali il buon Claudio Crespi, disseminato di nidi artificiali per uccelli. Accanto alle cassette nido, diffuse in ogni dove in lande anglosassoni, vengono spesso abbinate mangiatoie. Queste strutture possono rivestire importanti ruoli in ambito scientifico e conservazionistico. Offrono spazi adatti alla riproduzione colmando lacune; permettono di seguire e studiare le specie: non pochi progetti di indagine hanno nell’utilizzo di cassette nido uno dei loro cardini. In svariati casi, questi manufatti sono utilizzati per campagne di sensibilizzazione e per lavori di divulgazione. Personalmente, non sono un fanatico di queste strutture, fatta eccezione per alcune situazioni sopra citate, leggi conservazione e indagini scientifiche. Preferisco favorire la fauna attraverso interventi di miglioramento complessivo sull’ambiente. E poi: queste attività risentono della sindrome del già visto, proposte come sono in tanti e disparati, e a volte insospettati, contesti. Ci vuole dell’altro.
La richiesta di Raffaella “ellaraffa” e Paola “miss.paola” di far costruire qualcosa agli alunni delle quinte di Agrate coinvolti nel Progetto Vasca Volano faceva in effetti riferimento a mangiatoie e altro per pennuti. Idea centrale non sono tanto gli oggetti, i manufatti in sé, ma la possibilità per gli alunni di essere coinvolti in qualcosa di operativo. L’ambito didattico segue spesso percorsi indipendenti da contesti direttamente pratici, come è giusto che sia. Nella fattispecie, interessa fino ad un certo punto che le cassette nido siano davvero intervento prioritario o, comunque, da sottoporre ad adeguata discussione. Appurato che, va da sé, la cosa non è fonte di danni, si mettono i fanciulli al lavoro. Insomma: alle docenti importa che vengano interessate sfere manuali e progettuali, oltre ad altri ambiti.
La riunione di programmazione per le giornate del presente anno scolastico mi vede immediatamente promotore di interventi non già rivolti alla fauna maggiore ma agli animali piccoli, al mondo degli insetti e, più in generale, degli invertebrati. Nel sentire comune, è il mondo dei sobborghi e delle periferie dell’impero, anche se, quantitativamente, stiamo parlando di gruppi che compongono la fetta principale della biodiversità planetaria. Nidi e strutture artificiali siano dunque, ma per il mondo del piccolo.
Le ricadute a livello pratico e, disemm, gestionale non mancano. Facciamo qualche riflessione. Supponiamo di mettere in posa invece cassette nido per uccelli. A meno di non scegliere forme e dimensioni particolari, le specie che sarebbero interessate sarebbero bene o male le solite: cince e affini. Roba di non grande interesse conservazionistico, insomma. E poi: favorire un incremento dei volatili potrebbe magari andare a discapito degli insetti. Ragionamenti a spanne, intendemas, ma van fatti.
Andiamo al sodo. Decidiamo di dedicare la prima parte del lavoro sulla Volano di quest’anno alla realizzazione di strutture che siano di aiuto alla piccola fauna. Gli alunni van coinvolti sin dall’inizio. E il primo incontro a scuola ha per argomento la preparazione all’uscita, con discussione e preparazione di progetti. Quella che segue è una relazione per punti.
Le specie
È importante cercare di immedesimarsi nelle specie che ci interessano. Chiediamoci come vivono, dove vivono, di cosa necessitano per costruire i loro nidi. E via andare.
Gli alunni delle tre classi coinvolte – 5° B, C e D della Primaria di Agrate – conoscono bene gli animali piccoli. Li abbiamo trattati in più occasioni, anche attraverso osservazioni di campo.
- Lumache e dintorni. I gasteropodi (chiocciole e limacce) vivono sul terreno, han bisogno di umidità e di stare al buio. Anche altre specie non amano la luce: vermi e affini, millepiedi, coleotteri, scolopendre. Come aiutarli? La risposta arriva facile facile, come vedremo poi.
- Ragni. Non possiamo certo costruire delle ragnatele. Nossignori: dobbiamo creare spazi adatti al loro tessere e tessere. (vedi più sotto).
- Mosche. Molto opportunamente alcuni affermano che non è necessario costruire strutture. Dobbiamo fornire a questi animali risorse per nutrirsi e nutrire le loro larve. Già, la soluzione è semplice: portiamo alla Volano carne scaduta o animali morti. Idea impraticabile: il rischio è una denuncia per mancato rispetto di norme igieniche. “…potremmo ammazzare qualche animale sul posto…..”, suggerisce qualche alunno in vena di umorismo nero. Non se ne fa niente: lasceremo alla natura il proprio lavoro.
- Api e vespe. Il tema offre l’occasione per un breve inciso. Dobbiamo usare il vocabolario in maniera appropriata. Non dobbiamo parlare di alveare per le strutture che mettiamo a disposizione di questi animali; il termine indica la colonia da loro realizzata. Nostro campito sarà fornire spazi e manufatti utili per posizionare le celette.
La richiesta di Raffaella “ellaraffa” e Paola “miss.paola” di far costruire qualcosa agli alunni delle quinte di Agrate coinvolti nel Progetto Vasca Volano faceva in effetti riferimento a mangiatoie e altro per pennuti. Idea centrale non sono tanto gli oggetti, i manufatti in sé, ma la possibilità per gli alunni di essere coinvolti in qualcosa di operativo. L’ambito didattico segue spesso percorsi indipendenti da contesti direttamente pratici, come è giusto che sia. Nella fattispecie, interessa fino ad un certo punto che le cassette nido siano davvero intervento prioritario o, comunque, da sottoporre ad adeguata discussione. Appurato che, va da sé, la cosa non è fonte di danni, si mettono i fanciulli al lavoro. Insomma: alle docenti importa che vengano interessate sfere manuali e progettuali, oltre ad altri ambiti.
La riunione di programmazione per le giornate del presente anno scolastico mi vede immediatamente promotore di interventi non già rivolti alla fauna maggiore ma agli animali piccoli, al mondo degli insetti e, più in generale, degli invertebrati. Nel sentire comune, è il mondo dei sobborghi e delle periferie dell’impero, anche se, quantitativamente, stiamo parlando di gruppi che compongono la fetta principale della biodiversità planetaria. Nidi e strutture artificiali siano dunque, ma per il mondo del piccolo.
Le ricadute a livello pratico e, disemm, gestionale non mancano. Facciamo qualche riflessione. Supponiamo di mettere in posa invece cassette nido per uccelli. A meno di non scegliere forme e dimensioni particolari, le specie che sarebbero interessate sarebbero bene o male le solite: cince e affini. Roba di non grande interesse conservazionistico, insomma. E poi: favorire un incremento dei volatili potrebbe magari andare a discapito degli insetti. Ragionamenti a spanne, intendemas, ma van fatti.
Andiamo al sodo. Decidiamo di dedicare la prima parte del lavoro sulla Volano di quest’anno alla realizzazione di strutture che siano di aiuto alla piccola fauna. Gli alunni van coinvolti sin dall’inizio. E il primo incontro a scuola ha per argomento la preparazione all’uscita, con discussione e preparazione di progetti. Quella che segue è una relazione per punti.
Le specie
È importante cercare di immedesimarsi nelle specie che ci interessano. Chiediamoci come vivono, dove vivono, di cosa necessitano per costruire i loro nidi. E via andare.
Gli alunni delle tre classi coinvolte – 5° B, C e D della Primaria di Agrate – conoscono bene gli animali piccoli. Li abbiamo trattati in più occasioni, anche attraverso osservazioni di campo.
- Lumache e dintorni. I gasteropodi (chiocciole e limacce) vivono sul terreno, han bisogno di umidità e di stare al buio. Anche altre specie non amano la luce: vermi e affini, millepiedi, coleotteri, scolopendre. Come aiutarli? La risposta arriva facile facile, come vedremo poi.
- Ragni. Non possiamo certo costruire delle ragnatele. Nossignori: dobbiamo creare spazi adatti al loro tessere e tessere. (vedi più sotto).
- Mosche. Molto opportunamente alcuni affermano che non è necessario costruire strutture. Dobbiamo fornire a questi animali risorse per nutrirsi e nutrire le loro larve. Già, la soluzione è semplice: portiamo alla Volano carne scaduta o animali morti. Idea impraticabile: il rischio è una denuncia per mancato rispetto di norme igieniche. “…potremmo ammazzare qualche animale sul posto…..”, suggerisce qualche alunno in vena di umorismo nero. Non se ne fa niente: lasceremo alla natura il proprio lavoro.
- Api e vespe. Il tema offre l’occasione per un breve inciso. Dobbiamo usare il vocabolario in maniera appropriata. Non dobbiamo parlare di alveare per le strutture che mettiamo a disposizione di questi animali; il termine indica la colonia da loro realizzata. Nostro campito sarà fornire spazi e manufatti utili per posizionare le celette.
Una casa per le vespe
In più occasioni abbiamo trovato, nel corso delle nostre avventure, nidi di vespe cartonaie. Il tema che affrontiamo in questa occasione è rappresentato dalle vespe solitarie. Queste specie non vivono in colonie: ognuna per sé, vien da dire. Per deporre le uova utilizzano fori di dimensioni adeguate. Progettare nidi artificiali non è difficile. Ci vengono in aiuto siti internet tedeschi, vere e proprie miniere di idee. Le varie classi studiano diverse modalità:
- Blocchetti di legno. Occorre legno sufficientemente compatto. Nei blocchetti vengono praticati, su un lato, dei fori. I diametri dei buchi variano: 2, 3, 4, 6, 8 fino a 10 mm; le vespe non sono tutte uguali, ovviamente. La struttura deve essere quella di un condominio: tanti buchi per ogni tipologia. Occorre dimensionare adeguatamente anche la profondità dei fori; basta seguire una semplice regola: moltiplicare per 10 il diametro.
- Tubi. Questa modalità di costruzione è meno difficoltosa. Si prendono dei tubicini del diametro adeguato. Possono andare bene: pezzi di bambù, cannucce, tubi in metallo…. Il tutto va raccolto in una scatola aperta su un lato, nella quale inserire il mazzo di tubicini. È importante: le vespe, e le loro uova e larve, devono essere al riparo. Per le dimensioni dei tubi bisogna regolarsi come sopra.
- Tappi. Raffaella “ellaraffa” suggerisce una soluzione interessante. Attaccare insieme tappi di sughero, lasciando degli spazi in mezzo: le nostre vespe potranno usare questi vuoti. Per le dimensioni dei tubi bisogna regolarsi come sopra.
I blocchetti di legno, e di conseguenza le scatole che contengano i fasci di tubi o di tappi, devono avere dimensioni adatte: 20-25 cm di altezza, 15 cm di larghezza, 10 cm di profondità.
Per posizionare i nostri nidi artificiali dovremo usare degli accorgimenti. Non possiamo piazzarli al suolo: umidità, agenti atmosferici e altro potrebbero danneggiarli. Dobbiamo collocarli almeno ad altezza d’uomo. Le uova e le larve all’interno avranno bisogno di calore: vanno quindi orientati in modo appropriato rispetto ai punti cardinali.
Un aiuto per i ragni
Vari sistemi:
- costruire strutture ad angolo diedro;
- utilizzare paletti, rami, bastoni, creando così strutture simili alle siepi;
- costruire intelaiature.
Le cataste
Ottimi rifugi per tante specie: ragni, forbicine, lumache, vermi, onischi…. Diventa complesso procurarsi grandi pezzi di legno, tronchi…ecc…. Si può rimediare, magari recuperando ramoscelli sul campo. Creeremmo piccole ma non meno produttive cataste.
Un nido per i bombi
Si tratta di strutture affascinanti. Basta una scatola di dimensioni adatte: 22 (altezza) x 41 x 36. Su una faccia si pratica un foro – la scatola va tenuta chiusa –, dal quale si fa partire un tubo. Diametro del foro: pochi mm. Dentro la scatola va messo del materiale utile: muschio, segatura, erba secca….
Caverne artificiali
Esistono animali che amano questi ambienti, come luoghi temporanei o permanenti. Un esempio: le tipule, ovvero le zanzare giganti che a molti incutono timori ingiustificati. Non succhiano il sangue, si nutrono di succhi vegetali. Per creare delle caverne artificiali possiamo utilizzare cumuli di sassi o accatastare dei legni. Possiamo anche recuperare porzioni di vecchi tubi: devono però avere diametro dell’ordine di qualche decina di cm.
Lontani dalla luce
Realizzare habitat utili agli animali del buio (lumache, coleotteri, onischi….) non è difficile. Sono sufficienti assi di legno o sassi a forma piatta.
I ricci
Costruire ricoveri per questi animali non è difficile. Basta un vaso di dimensioni adeguate: deve avere diametro di 45 cm almeno. Il contenitore va svuotato e rovesciato. Va creata un’apertura sufficientemente ampia: 11 per 12 cm.
Materiale occorrente
Riassumendo:
- scatole di legno, quelle dei vini vanno bene
- pezzi di bambù
- tubi e cannucce di vari diametri: 2, 3, 4, 6, 8, 10 mm
- assi di legno
- materiali per legare: colle, resine, corde….
- blocchetti di legno
- pezzi di tubi dal diametro di vari cm
- pietre e affini, meglio se piatte
- rami, bastoni….
- ramoscelli per creare una catasta
- muschio, paglia, segatura….
- vasi in plastica (diametro di almeno 45 cm)
Riferimenti
http://www.schwegler-natur.de/index.php?main=produkte&sub=insektenschutz
http://www.baumarkt.de/nxs/1528///baumarkt/schablone1/Bauanleitung-Nistholz-speziell-fuer-Bienen-Grab-und-Faltwespen
http://community.seniorentreff.de/autoren/kurzgeschichten/art280,6946
questo è un fantastico sito su api selvatiche e vespe
http://www.eucera.de/index.php
http://www.schwegler-natur.de/index.php?main=produkte&sub=insektenschutz
http://www.baumarkt.de/nxs/1528///baumarkt/schablone1/Bauanleitung-Nistholz-speziell-fuer-Bienen-Grab-und-Faltwespen
http://community.seniorentreff.de/autoren/kurzgeschichten/art280,6946
questo è un fantastico sito su api selvatiche e vespe
http://www.eucera.de/index.php
NB
Il materiale è in gran parte in tedesco. Nel caso, lo scrivente può fornire rapida e succinta traduzione.
Matteo Barattieri
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