FOTO: Gaetano Nava, Luigi D'Amato, Matteo Barattieri
Il 29 novembre 2008 lo scenario cambia completamente. Generale Inverno? Più o meno. La neve ricopre tutto.
Ci troviamo via via tutti: oltre al sottoscritto, Gaetano Nava, Luigi "l'arch." Villa, Luigi D'Amato e Raffaella Sala. Per l'occasione si fa vivo anche Paolo Rovelli, praticamente precettato. Paolo è un ottimo botanico e il suo apporto oggi è particolarmente richiesto. All'ordine del giorno, oggi, poco lavoro di binocolo e cannocchiale: dobbiamo effettuare dei rilievi spediti che ci serviranno per far alcune valutazioni sul futuro dell'area. Detto così, capiamo in tre. Più semplicemente: l'arrivo dei fondi per i lavori di risistemazione e miglioramento del luogo ha fatto nascere delle discussioni all'interno del gruppo. Qualcuno si immaginerà subito riunioni infuocate con parole grosse (e magari sedie) che fendono l'aria, come è tipico sotto l'italico cielo. Niente di tutto questo: il gruppo ha per suo connotato, disemm, spirito pratico e atteggiamento da tecnici. Merce rara, purtroppo, nel variegato mondo dell'associazionismo ambientalista, spesso contaminato da inutili, perversi e controproducenti integralismi, e, anche, da personalismi eccessivi.
Stiamo in sostanza valutando su quali potrebbero essere gli interventi prioritari. Tra questi, vanno collocati alcuni lavori che rimodelleranno in parte le sponde della Vasca. Scopo: aumentare la varietà di ambienti e, va da sè, la diversità di specie. Per capire bene come muoverci, dobbiamo studiare la situazione attuale. Oggi siamo qui per prendere alcuni dati sul canneto che circonda le rive.
Guida le operazioni Luigi Villa. A me il compito, gradito, di riportare su carta numeri e appunti. Seguiamo il perimetro: segnamo - un poco alla buon ma in maniera funzionale - le variazioni di spessore del canneto, le specie dominanti (tifa, phragmites....), la presenza di alberi (salici e compagnia cantante...).
Non sto a riportare qui le osservazioni raccolte. Sarebbe interessante invece approfondire quali meccanismi sono all’origine di variazioni che parrebbero affidate al banale caso: tifa e phragmites si alternano senza apparente regola, qua e là – come sa bene chi frequenta la Vasca – il canneto si assottiglia e talora quasi sparisce. Lo stesso Paolo cerca di ragionarci su, cavandoci poco.
Il nostro botanico ci spiega anche che i prugnoli (molto amati dall’architetto) sono con buona probabilità varietà coltivate. Ci si chiede come siano arrivati qui, dal momento che l’architetto garantisce (“al limone”) che piantumazioni di questo tipo non hanno avuto luogo sul suolo della Volano. Approfondiremo.
Come lo scorso anno, la neve permette di rilevare la presenza della volpe. Qui una pista:
Durante la nostra passeggiata lungo le sponde, appare un’ospite gradita: una lepre, che parte in fuga all’improvviso.
Raffaella abbandona il campo in anticipo. Completiamo le operazioni. Mentre il gruppo supera il cancello, rimango indietro per fotografare una presunta tanta nel terreno. Mai momento fu più inopportuno, ma via a saperlo. Un barbagianni fa capolino. Un barbagianni! Porca sidela - o porca galera, per dirla col Villa –, non mi era capitato di vederne uno vivo! Eh sì, purtroppo, in più di una occasione ne ho rinvenuti di, ahiloro, morti sui cigli delle strade. Mi consolo, ma minga tropp, al pensiero che è la specie numero 109. Volano rocks, per dirla in gergo da youtubers. Ah, raccolgo anche un paio di borre; chi si contenta gode.
8 dicembre 2008
Una mattinata alla Vasca. Sparita da giorni la neve, è la volta di ghiaccio e brina.
Anche la Vasca è coperta da ghiaccio. Ma non in modo uniforme: la crosta è localizzata solo in corrispondenza delle macchie di elodea.
Nevicate e gelate: le folaghe hanno in buon numero lasciato il sito. Al termine della mattinata, prima di lasciare la Volano, ne conterò 25-30. Alcune gallinelle camminano sul ghiaccio.
“S’ciak-s’ciak”, si ode dal lato meridionale della recinzione. Ebbene sì, proprio lei, la cesena, nuovo ingresso nella lista di specie. E siamo a 110! Dove vuoi arrivare, vecchia Volano? Seguo per qualche minuto il bellissimo tordo (la cesena fa parte di questo gruppo di uccelli), che poi sparisce.
Nell’acqua c’è anche un’anatra, una moretta.
A metà mattina la brina si scioglie nei punti soleggiati. Mi allontano dall’area, giusto per dare un’occhiata in giro. E risolvo un mistero: i passeri. Dove sono finiti? Negli ultimi tempi si vedono poco alla Volano, anzi non si vedono più. Eccoli qui: a Cascina San Giuseppe c’è una buona concentrazione.
Circa una trentina, recita il taccuino. Poco a nord-est della Cascina trovo un saltimpalo. Anche questo dato mi interessa: il territorio frequentato dalla specie è dunque abbastanza ampio. Confesso di saperne poco in materia; cercherò di approfondire il tema.
Due gheppi si muovono da queste parti.
Ritorno alla Vasca: le folaghe han preso confidenza con la situazione. La temperatura si è anche alzata: le nostre ora sono tutte fuori, bene in vista. In lontananza due poiane vengono, more solito, inseguite dalle cornacchie.